La frase pronunciata da Marzia Corini, medico anestesista, è stata intercettata dagli investigatori durante una conversazione telefonica fatta con un'amica. «In...
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L' iniezione e la morte sono arrivati proprio nel giorno in cui l'avvocato Marco Valerio Corini aveva deciso di incontrare il notaio per parlare di quel testamento che aveva firmato, ma che non lo convinceva. Gli investigatori erano convinti che la iniezione di morfina praticata da Marzia Corini, sorella di Marco, il 25 settembre del 2015 nasconda una volontà omicida per impedire che quel testamento che aveva sostituito il precedente potesse essere rivisto. Marzia Corini è agli arresti domiciliari accusata di omicidio volontario aggravato. D' altra parte di «concreto e attuale pericolo di ricaduta in reati della medesima specie», e la «possibilità di fuga», sono alla base della motivazione della custodia cautelare agli arresti domiciliari che il gip del tribunale de La Spezia ha emesso nei confronti della Corini, sorella dell'avvocato Marco Valerio, indagata per l'omicidio del fratello. A portare il giudice a scegliere gli arresti domiciliari il fatto che la donna svolge la professione di anestesista anche in Paesi «dove si può supporre che i controlli siano meno stringenti», riferendosi a possibili eutanasie.
La donna, infatti, svolge la sua opera anche in territori di guerra e in Paesi in via di sviluppo. Impossibile che sia andata così, dicono i legali della donna, medico anestesista all'ospedale di Pisa. «Marzia è una persona prostrata da tensione emotiva e affettiva, abbattuta da accuse laceranti, certamente respinte. È stata lei ad accudire fino all'ultimo il fratello, lo amava, non avrebbe mai potuto ucciderlo», dice l'avvocato Alessandro Rappelli. Secondo l'avvocato, per il quale «l'accusa è infondata», proprio per questi aspetti affettivi, la donna è distrutta psicologicamente. Anche l'altro difensore, l'avvocato Enrico Marzaduri è convinto che la vicenda abbia «consistenti margini difensivi. Il colloquio avuto con la signora mi ha presentato una donna fortemente provata perchè nei suoi confronti è stata fatta un'accusa, la peggiore, che si può muovere a una sorella per la morte di un fratello, per di più per un vantaggio economico». È questo il centro di tutto: il testamento milionario, circa cinque milioni, dell'avvocato Marco Valerio Corini, amico e legale di Gianluigi Buffon, e che aveva difeso anche i vertici della polizia per le violenze al G8 di Genova del 2001. Il legale ne avrebbe redatto uno che non sarebbe stato vantaggioso per la sorella, dice l'accusa, e avrebbe favorito la giovane fidanzata dell'avvocato, una ragazza delle Seychelles di 23 anni, che ora accusa: «Quel testamento è sparito».
In quello nuovo alla sorella va un milione, altre 200 mila euro sono per l'avvocato Giuliana Feliciani, indagata per falso e circonvenzione d'incapace, che con Corini aveva diviso anche lo studio per anni.
Il Messaggero