Era diventato un’ombra. Si era dissolto nel nulla Marlon Sebastián Molina Vega. Lui, il narcotrafficante per eccellenza, di origine colombiane, accusato di spostare tonnellate...
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Invece, Marlon Sebastian Molina Vega è finito in manette a Bogotà quando ormai si sentiva al sicuro dopo essere fuggito lo scorso anno da un ospedale psichiatrico di Tivoli. Ma ad incastrarlo sono stati proprio gli investigatori del commissariato in provincia di Roma. Gli agenti hanno seguito passo dopo passo con tenacia i suoi spostamenti in giro per il mondo: ad un certo punto sembrava una battaglia persa, poi la pista giusta che ha portato l’Interpol a raccordarsi con la polizia colombiana che l’ha scovato a Ibaguè, vicino Bogotà. Il colombiano iniziò la sua carriera come il fondatore del famigerato (ormai smantellato) ”Cartello di Cartagena”.
Le informative lo indicano come colui che riforniva l’Italia e soprattutto Roma con chili e chili di cocaina. Arrestato in Costa Rica nel 2009 viene dopo alcuni anni estradato in Italia. Spostato a Tivoli, l’"uomo dai mille volti" riesce a fingersi pazzo e per questo viene trasferito in una clinica. Fugge durante un trasferimento aiutato da fiancheggiatori. Gli agenti di Tivoli iniziano una sofisticata caccia all’uomo. Visionano le telecamere che inquadrano la fuga del narcotrafficante e individuano incensurati ma con legami con la criminalità organizzata che lo ospitano e gli permettono di fuggire. Il latitante si muove in Spagna, in Francia, in Germania, poi torna in Colombia. Ma è troppo tardi: da Tivoli arriva la segnalazione giusta e Marlon Sebastián Molina Vega finisce in manette. «Come avete fatto a trovarmi?», così si è rivolto ai poliziotti colombiani il trafficante prima di finire in una cella. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero