Milano, presa la banda del sassolino: lanciavano sasso contro i vetri e poi svaligiavano le case

Milano, presa la banda del sassolino: lanciavano sasso contro i vetri e poi svaligiavano le case
La chiamavano la banda del sassolino. Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro pregiudicati di origine serba domiciliati al campo nomadi di via Monte...

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La chiamavano la banda del sassolino. Ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di quattro pregiudicati di origine serba domiciliati al campo nomadi di via Monte Bisbino ritenuti responsabili di una serie di furti in abitazione nel centro di Milano, in zona Monforte Vittoria. Si tratta di un 45enne, di suo figlio 18enne, e di altri due nomadi di 19 e 25 anni che presumibilmente arruolati dal paese natio per mettere in atto i colpi. La banda è accusata di almeno otto furti in appartamento. Il 45enne é ritenuto l'organizzatore, suo figlio il reclutatore di complici con cui poi agiva sul campo con la tecnica del sassolino a cui si deve il nome dell'operazione “Little stone. Lanciavano un sasso contro il vetro delle finestre degli appartamenti dei primi piani dei palazzi per verificare che fossero vuoti. Poi uno dei due arruolati si arrampicava lungo le tubature di scolo entrando dalle finestre e permettendo l'accesso anche ai complici.

 


Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile di Milano a partire da gennaio. Durante le perquisizioni sono state sequetrate tre auto di lusso, 67mila euro, orologi e penne di marca. Al momento non è possibile stimare il valore della refurtiva sequestrata e si presume che parte dei beni rubati sia giá stata rivenduta. Le indagini sono state complesse anche perché verso febbraio la banda di ladri ha interrotto l'attivitá perché il capo, il 45enne, aveva scoperto che uno dei due reclutati tratteneva parte del bottino. Il serbo una volta scoperto è stato cacciato e rimandato in patria, ad oggi é l'unico dei 4 ancora da rintracciare. Padre e figlio sono stati trovati in via Monte Bisbino, l'altro complice in un appartamento di Garbagnate Milanese dove si era sistemato. Il 45enne aveva nel proprio alloggio anche una serie di mazzette di banconote false di varie valute, sotto vuoto. Si presume che venissero usate per il reato di rip deal: proponevano cambi valute convenienti per poi consegnare mazzette di banconote facsimile tranne una di vere per ingannare le vittime.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero