Milano, nessuno vuole dividere la camera con lei, ragazza disabile salta la gita scolastica

Milano, nessuno vuole dividere la camera con lei, ragazza disabile salta la gita scolastica
Nella gita in programma a Mathausen nessuno dei suoi compagni di classe voleva dormire in camera con lei, una ragazzina disabile, che frequenta una scuola media di Legnano...

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Nella gita in programma a Mathausen nessuno dei suoi compagni di classe voleva dormire in camera con lei, una ragazzina disabile, che frequenta una scuola media di Legnano (Milano). Se lo sono scritto anche in una chat di WhatsApp parlando di una 'responsabilità troppo grande' e quando i genitori dell'adolescente hanno visto i messaggi, hanno parlato con gli insegnanti, chiesto spiegazioni all'istituto, dopo un consiglio di classe nel cui verbale si parla di discriminazioni, e hanno domandato a più riprese un colloquio con i dirigenti, hanno ottenuto come risposta solo pochi giorni fa - raccontano - una richiesta di pagare la penale chiesta dall'agenzia viaggi per aver rinunciato al viaggio, una piccola cifra che sono disponibili a pagare, ma che appare come il danno oltre la beffa. Così hanno iniziato a scrivere al provveditorato, al Ministero (che ha inviato una lettera alla scuola e per conoscenza a loro) perchè «i ragazzi possono sbagliare ma l'importante è rendersi conto dell'errore e non continuare. Se tornano le leggi razziali - dice la mamma usando un paradosso - la cosa è giustificata. Ma se c'è uno stato di diritto chiedo che lo Stato faccia qualcosa».


La loro speranza era che gli insegnanti e i genitori riuscissero a far cambiare idea ai compagni di classe della ragazzina che «dal punto di vista fisico è autonoma - aggiunge il papà - frequenta gli scout» e anche nei giorni scorsi è andata a dormire in tenda senza problemi. Ma questo non è successo e invece hanno visto «offese gratuite» e affermazioni «che non stanno nè in cielo nè in terra». Quanto è successo è una catena di «atti di discriminazione e cyber bullismo» secondo la consigliera lombarda, Paola Macchi (M5S) che ha chiesto alla Regione di fare qualcosa. Nella lettera inviata fra gli altri al provveditore, al direttore dell'ufficio scolastico regionale e all'assessore all'Istruzione Valentina Aprea, Macchi parla della necessita di «intervenire su casi emblematici come questo, anche per fare in modo che non si ripetano». «È evidente - spiega - che si deve intervenire urgentemente in modo che i ragazzi comprendano la profonda ingiustizia e disumanità del loro comportamento, non mandarli in gita come se nulla fosse successo, si tratta di educazione civica ma ancor più di umanità».
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Il Messaggero