«Nei giorni seguenti alla morte della piccola ho sentito venire dalla casa manifestazioni di euforia con il padre che cantava, c'è stato un momento per me...
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Dall'inchiesta, coordinata dal pm Cristian Barilli, è emerso che la bambina riceveva un nutrimento insufficiente, viveva in condizioni igieniche precarie ed è deceduta per un arresto cardiocircolatorio provocato da «grave disidratazione» e «iponutrizione cronica». Oggi in Corte d'Assise hanno testimoniato alcuni vicini di casa della coppia che hanno raccontato che i due chiedevano loro «latte» e «cracker» anche se poi, dopo la tragedia, avrebbero comprato «un'auto» nuova.
All'inizio dell'udienza è stata sentita come teste anche la responsabile all'epoca dei servizi sociali della zona 6 di Milano, la quale ha riferito che la coppia (i due rischiano di essere condannati a 24 anni di carcere) «non si era mai rivolta a noi per chiedere aiuto». Un'anziana, che abita nel condominio di via Severoli dove i due imputati vivono ancora, ha spiegato che «lui andava in giro dicendo che non aveva voglia di lavorare e vivevano con la pensione del suocero e in una festa di vicini si erano presentati senza invito per mangiare a sbafo». Una volta, ha aggiunto la teste, «ho detto a lui 'fa freddo, copri la bambinà e lui ha mimato il gesto di darmi uno schiaffo».
La donna ha raccontato anche che «la signora Grazioli disse a mia figlia che dava alla bambina da bere cinque bottiglie d'acqua e camomilla al giorno». Un altro vicino di casa, un filippino, ha spiegato che un giorno «mi hanno suonato alla porta per chiedermi del latte per la piccola, ma noi avevamo quello normale, non quello per neonati». Un altro vicino, che abita nell'appartamento sotto, oltre a raccontare di quelle «manifestazioni di euforia» di Falchi dopo la morte della piccola, ha detto che una vicina filippina gli raccontò «che per un motivo una volta Falchi le aveva dato in braccio la bimba e che puzzava, ma puzzava non in una maniera normale tanto che la passò nelle braccia» di un'altra vicina.
Lo stesso testimone, poi, ha sostenuto che «spesso si sentiva gridare da quell'appartamento, la mia compagna sentì anche la donna che diceva 'non le dare quel latte scadutò».
Il Messaggero