Solo quattro dei sei hotspot previsti in Italia sono operativi e la Corte dei conti europea insiste sulla necessità dell'apertura degli ultimi due» per far fronte...
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Secondo la Corte dei Conti europea, il sistema basato sui punti di crisi «ha migliorato il tasso di registrazione e di rilevamento delle impronte digitali dei migranti in arrivo», che in Italia è al 97%. Ma il funzionamento degli hotspot è danneggiato da colli di bottiglia nelle procedure di follow-up, dai ricollocamenti e ai rimpatri. Se «il principale problema iniziale per il sistema dei ricollocamenti è stato trovare candidati ammissibili interessati a parteciparvi - si legge nella relazione - attualmente, uno dei principali colli di bottiglia è costituito dai pochi impegni» ad accogliere «dei Paesi membri».
Un altro collo di bottiglia - si spiega - è «causato dal basso tasso di attuazione delle decisioni di rimpatrio che, stando ai dati forniti dalle autorità italiane, è inferiore al 20%». «Stante il costante elevato numero di arrivi di migranti, e dati i colli di bottiglia esistenti in relazione al limitato 'deflussò di migranti tramite ricollocamenti e rimpatri - si evidenzia - nelle strutture di accoglienza per richiedenti asilo italiane potrebbe sorgere nel prossimo futuro un problema di capienza». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero