A Idomeni c'è chi tenta di nuovo di abbattere la recinzione di filo spinato, come accaduto lunedì quando si sono registrati violenti scontri con la polizia e...
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Le condizioni umanitarie si aggravano. Mancano cibo e acqua. Molti hanno bisogno di assistenza sanitaria. Si calcola che siano diecimila le persone accampate. Al confine si continua a passare col contagocce, non oltre 580 al giorno, e le autorità macedoni rafforzano la sicurezza con altri 700 uomini. È guardando alla crisi in Grecia, che oggi la Commissione Ue presenterà la sua proposta per un Regolamento per il sostegno finanziario d'emergenza «per operazioni di soccorso umanitario» all'interno della Ue. Ad accompagnarlo sarà una Comunicazione in cui si stima la necessità di stanziare 700 mln di euro in tre anni (300mln nel 2016; 200mln nel 2017; 200mln nel 2018) per «affrontare i crescenti bisogni umanitari nell'Unione di fronte alla crisi di profughi e migranti». Nel documento si sottolinea l'importanza di adottare «velocemente» la misura, soprattutto «in vista della primavera e la probabile escalation dei bisogni umanitari. L'azione serve ora» si avverte.
Ma dalla Nato arriva forte un allarme. Nel flusso quotidiano di rifugiati verso l'Europa ci sono terroristi, criminali e foreign fighters, mette in guardia il generale Philip Breedlove, comandante dell'Alleanza atlantica in Europa. L'Isis «si sta diffondendo come un cancro» in questo mix, «sfruttando il vantaggio di vie di minor resistenza, minacciando l'Europa e noi stessi». «La Russia e Assad - afferma - stanno usando la migrazione come un'arma per schiacciare le strutture di supporto europee e distruggere la risolutezza» dell'Unione. Il numero dei migranti sbarcati in Europa nei primi due mesi dell'anno è aumentato di 30 volte rispetto allo stesso periodo del 2015, spiega il direttore di Frontex, Fabrice Leggeri.
In tutto sono 131.724 quelli arrivati attraverso il Mediterraneo e secondo i dati dell'Unhcr, oltre il 90% di loro - 122.637 - sono sbarcati nella penisola ellenica.
Caustica invece la reazione di Vienna: «L'Austria non è la sala d'attesa per la Germania», ha detto il cancelliere austriaco difendendo la politica del giro di vite. «Chi è favorevole ai profughi, come i nostri vicini tedeschi - ha detto Faymann - può prenderli direttamente dai centri di smistamento». Mentre l'Europa resta spaccata, Commissione e Consiglio Ue lavorano per creare le condizioni per mettere in pratica il piano d'azione Ue-Turchia, che fino ad ora non ha dato i risultati sperati. Il vertice di lunedì si avvicina e i flussi non calano. Ankara vorrebbe un meccanismo di reinsediamento, ma con questi numeri è difficile che lo ottenga. La cancelliera Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande si sono dati appuntamento in vista del summit, ma la strada resta tutta in salita. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero