«Abbiamo il cuore buono a differenza di Macron». Il ministro dell'Interno, Matteo Salvini, commenta così l'ok allo sbarco della Maersk, la nave cargo...
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«La Guardia Costiera - ha detto Toninelli a Radio Anch'io - opera in autonomia tecnico giuridica e non devo essere io a dire di rispondere oppure no» alle richieste di salvataggi ma «secondo noi, in continuità con il governo precedente che ha giustamente rafforzato la guardia costiera libica, se uno dei gommoni ci chiama ma è in zona libica rispondiamo che non possiamo intervenire perché è in un'area a responsabilità giuridica non nostra». Quanto alla sintonia con il vicepremier leghista Toninelli conferma di non essere in disaccordo con lui: «Ci sentiamo tutti i giorni».
Il nodo degli Sos. Secondo il ministro, sulla Guardia Costiera «si è montato ad arte un caso», ricordando come negli ultimi anni abbia salvato 600mila vite. Quindi, aggiunge il ministro, «se uno di questi gommoni della morte è a 25 miglia dalle coste libiche e sono presenti motovedette di Tripoli noi non possiamo avere responsabilità». «Non abbiamo mai fatto morire nessuno. Se non ci sono altre autorità responsabili continuerà a intervenire, non serve un mio ordine di intervento». La battaglia «è scindere il salvataggio in mare dalle gestione di richieste e non può farlo solo e sempre l'Italia».
Il caso Lifeline. Piena sintonia con Salvini anche sul caso Lifeline: «Mi sembra scontato che se la nave Lifeline dovesse approdare in Italia debba essere sequestrata, ho dato mandato alla Guardia Costiera di intervenire» seguendo «la legge visto che la stessa Olanda ha disconosciuto che sia» una nave olandese. «Poi se ci sarà un magistrato che voglia fare indagini ulteriori non spetta a me». Il ministro ha quindi spiegato come «salveremo i migranti e poi ci potrebbero essere novità cosi come con il caso dell'Aquarius. Se dovesse sbarcare in Italia chiederemmo agli altri paesi europei di ricollocarli». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero