La partita ancora una volta si gioca in Europa. E dopo il nodo della relocation, con le quote di profughi siriani ed eritrei sbarcati nel nostro Paese che potrebbero trovare...
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LE CIFRE
Nel 2014 in Italia sono arrivate 170 mila persone e le richieste di protezione internazionale sono state 63.041. Dei quasi 107mila rimasti fuori, alcuni non sono stati identificati e si sono probabilmente spostati verso altri paesi Ue, altri sono migranti irregolari. A febbraio 2015 le domande esaminate, la maggior parte di anni precedenti a questo, erano 16.603 (il 26,34%) 7.553 con esito positivo e 9.091 (pari al 55%) rigettate. Quest’anno il numero delle domande è cresciuto, le richieste tra gennaio e maggio erano già 20.858, mentre è scesa al 49% la percentuale delle bocciature, con 1.609 dinieghi sui 3.301.
Soggetti che, secondo la legge, non avrebbero diritto di rimanere in Italia anche se molti di loro, con un decreto di espulsione in tasca, rimangono nel nostro paese, perché l’assenza di accordi con gli stati di provenienza non consente riammissioni. Molti dei migranti che sbarcano evitano di essere identificati, sperando di oltrepassare le frontiere e presentare domanda di asilo in Francia, in Germania o in Inghilterra.
I TRATTATI
Attualmente l’Italia ha firmato trattati bilaterali per la riammissione soltanto con Tunisia, Egitto, Marocco e Nigeria. Soltanto gli immigrati di queste nazionalità tornano nei paesi di origine e comunque non sempre gli accordi vengono rispettati. Si tratta comunque di cifre minime, visto che dei 57.019 immigrati sbarcati sulle nostre coste da gennaio al 12 giugno, si contano 681 marocchini, 410 tunisini, 247 egiziani. Il Consiglio europeo avrebbe dovuto concludere, entro maggio del 2004, accordi di riammissione o includere clausole standard negli accordi di cooperazione economica e di associazione. Intese sostanzialmente fallite per le diverse posizioni dei partner europei nei rapporti con i paesi di origine e di provenienza (e sulla distribuzioni delle enormi spese delle politiche di sbarramento delle frontiere e di rimpatrio forzato).
Negli ultimi anni sono stati stipulati gli accordi tra l'Ue e la Moldavia, l'Ucraina, l'Albania, mentre ancora manca una conclusione agli sforzi che diverse agenzie dell'Ue hanno rivolto ai paesi nordafricani per riuscire a concludere accordi multilaterali sull’immigrazione, mentre si sono invece moltiplicati gli accordi bilaterali dei singoli membri Ee.
LE CONDIZIONI UE
Ma c’è un’ombra nelle trattative italiane con l’Europa.
Il Messaggero