Migranti, Renzi attacca Salvini: «Bullo sulla pelle di 629 poveri disgraziati»

Matteo Salvini e Matteo Renzi (Ansa)
Duello frontale tra Matteo Renzi e Matteo Salvini sul tema dei migranti, nel giorno in cui la nave Aquarius giunge a Valencia, dopo nove giorni di navigazione. L'ex premier...

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Duello frontale tra Matteo Renzi e Matteo Salvini sul tema dei migranti, nel giorno in cui la nave Aquarius giunge a Valencia, dopo nove giorni di navigazione. L'ex premier accusa il ministro dell'Interno di aver fatto «il bullo con 629 disgraziati». Più tardi il segretario leghista, in un comizio a Cinisello Balsamo replica sarcastico: «A Renzi non ho tempo per rispondere. Gli hanno già risposto gli italiani mandandolo a casa a casa. Non mi interessa rispondere agli insulti, ma lavorare».


L'ex segretario dem, ai microfoni di «Mezz'ora in più», su Rai 3, punta a demolire la vicenda Aquarius, definendola «una colossale operazione di successo mediatico». « Salvini - attacca Renzi - è stato come un bravissimo regista che ha fatto uno spot per le sue idee e il suo partito. Ma in Europa non cambia nulla, anzi l'Italia è più isolata. Si può essere d'accordo sull'aiutarli a casa loro, sull'investire in cooperazione internazionale ma non puoi farlo sulla pelle di 629 persone. Un milione di like non vale una vita».

L'ex segretario Pd arriva anche a sfidare il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, esortandolo ad adottare una scelta radicale in sede europea pur di agevolare il difficile processo di ricollocamento dei migranti tra i vari Stati membri dell'Unione europea: «Chiedo al governo di dire a Orban che se non accoglie i migranti smette di avere i fondi europei. Ma sappiamo - aggiunge Renzi - che Salvini non lo fa, perché s'è alleato con lui».

Contro il segretario leghista si scaglia anche l'Anpi. «Matteo Salvini mette in atto politiche razziste», accusa la presidente nazionale dell'associazione nazionale partigiani d'Italia, Carla Nespolo. «E queste, ce lo insegna la Storia, sono la culla del fascismo. Salvini - prosegue Nespolo - dice di essere amico del premier ungherese Viktor Orban, lo stesso che poi alza muri, incrementando gli arrivi dalle nostre parti». A difendere invece l'operato del ministro è Roberto Maroni, anche lui ex segretario leghista e ex titolare del Viminale, in passato non tenero con l'iperattivismo di Salvini.


«Matteo - afferma sempre su Rai 3 - sta gestendo il dossier immigrazione con determinazione e con forza, facendo le cose giuste, quelle che andavano fatte, con l'appoggio del governo e del premier». Poi, più malizioso parla di 'Fattore C': «In politica serve sempre, non basta ma aiuta. Del resto - conclude Maroni - lui è l'uomo del rischio, ha le sue idee e compie grandi passi. Poi capita che si vada a sbattere, ma lui ha coraggio».
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Il Messaggero