I giovani italiani, insieme con quelli tedeschi, sono in Europa quelli più disposti all'accoglienza dei migranti. È il dato che emerge dal Rapporto Giovani 2016...
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Soltanto in Germania si rilevano percentuali più alte: il 51% dei giovani tedeschi ritiene giusto accogliere i soli profughi, il 74% se si sommano quelli convinti che occorra accogliere tutti. Invece i giovani francesi che trovano giusto accogliere solo i rifugiati sono il 39% (anche in questo caso la percentuale sale al 42% se si considerano quelli che vogliono accogliere tutti); quelli inglesi sono al 34% (51% con quelli che sono per l'accoglienza a tutti); infine i ragazzi spagnoli che sono d'accordo con l'accogliere solo i rifugiati al 30% (57% con chi è per l'accoglienza indistinta).
Il Rapporto Giovani 2016 è il frutto di una nuova fase di ricerca e mappatura che è partita nell'autunno 2015 con un campione di 9.000 giovani. I temi chiave sono: lavoro, felicità, istituzioni, Europa e figure di riferimento. Su questo tema i dati dell'istituto Toniolo hanno messo in parallelo anche quelli dei giovani di altre nazioni europee. Dal rapporto si evince come il 44,2% dei giovani italiani e il 46,7% di quelli tedeschi siano convinti che gli immigrati che raggiungono l'Italia lo fanno per fuggire dalla guerra o da regimi tirannici (contro il 36,4 % dei francesi, il 18,5 % degli inglesi e il 15% degli spagnoli). Solo il 4,8% dei ragazzi italiani è convinto che gli immigrati/rifugiati possano creare problemi legati al terrorismo, mentre la percentuale di quelli tedeschi è 5,3%, per i francesi il 9,8% , per gli inglesi l'11,1%; per gli spagnoli il 4,2%, dunque gli iberici sono gli unici a dimostrare un grado di preoccupazione inferiore alla nostra.
«Questi dati - spiega Rita Bichi, docente di Sociologia presso la Facoltà di Scienze Politiche e Sociali dell’Università Cattolica del Sacro Cuore e una delle curatrici del Rapporto giovani del Toniolo - indicano che i giovani millennials sono aperti nei confronti degli immigrati; certo la loro disponibilità sarebbe senz'altro maggiore se le politiche di sostegno ai giovani e alle famiglie consentisse loro una più serena visione del loro futuro». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero