Migranti, la marcia dei centomila: il no di Milano ai muri

Migranti, la marcia dei centomila: il no di Milano ai muri
Nessuno si aspettava un successo. Centomila persone alla manifestazione di Milano per dire no ai muri e alle divisioni e sì all'integrazione degli immigrati. Un momento...

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Nessuno si aspettava un successo. Centomila persone alla manifestazione di Milano per dire no ai muri e alle divisioni e sì all'integrazione degli immigrati. Un momento meno propizio non si poteva scegliere per questo tipo di corteo. Che è stato anche un paradosso: fare una manifestazione in favore degli immigrati - con il sindaco Sala, il presidente del Senato Grasso, la Bonino e don Virginio Colmegna, il Pd e le associazioni impegnate nella solidarietà - in questi giorni di choc, proprio qui, alla Stazione Centrale di Milano, dove non solo è avvenuto l'accoltellamento di due militari e di un'agente della polizia ferroviaria ma a commettere questo gesto terribile per la prima volta è stato uno jhiadista italiano.


PRESENTI E ASSENTI
Dunque la manifestazione numericamente è riuscita. Tanti giovani. Tante autorità. Bersani e la Camusso, D'Alema e Gino Strada, Carlin Petrini di Slow Food, la Caritas e gli artisti alla Vecchioni. Ma l'impressione è che si sia trattato più che altro di una chiamata a raccolta dei cosiddetti ceti medi riflessivi, e di quella che certi sociologi potrebbero definire «sinistra senza popolo». Nel senso che, nonostante la folla, piuttosto alta in un momento difficile, la stragrande maggioranza dei cittadini in piazza non c'era e si tratta di quella popolazione molto preoccupata per i temi della sicurezza e dell'immigrazione da governare meglio.

«Insieme senza muri» ha avuto per titolo questa marcia dei centomila. Musica e interventi. E tanti auguri, come quelli twittati dal premier Gentiloni: «Grazie Milano, sicura e accogliente». Il presidente Grasso dice alla platea: «Chi è nato in Italia e studia in Italia è italiano». E aggiunge: «Integrazione significa far sicurezza». Matteo Renzi non c'è, nonostante avesse partecipato in mattinata a Milano - città che politicamente adora - a un incontro su Pier Paolo Pasolini. Forse ha marcato visita pensando che l'evento sarebbe stato popolato ma magari non pop? Comunque Guerini ha fatto arrivare la sua soddisfazione per la riuscita del tutto e sottolineando l'efficacia della politica del ministro Minniti sulla sicurezza. Proprio quella che ha fatto gridare ai giovani dei centri sociali in piazza contro il Pd: «Siete la nuova destra». Ed è stato contestato il sindaco Sala. Momenti di tensione, gli antagonisti cercano di prendere la testa del corteo, accenni di disordini, ma poi niente di che. Mentre da fuori il leghista Salvini attacca: «Questa è una marcia in favore degli invasori». E a sua volta Silvio Berlusconi polemizza: «È una delegittimazione delle forze dell'ordine dopo i gravi fatti della Stazione Centrale». Il sindaco replica: «Sono convinto che se avessero chiesto ai militari feriti se era giusto fare questa manifestazione, avrebbero detto di sì». Chissà.

LA LEZIONE

La soddisfazione dei manifestanti è tutta rivolta contro quelli che chiedevano, alla luce della violenza in stazione, l'annullamento della manifestazione: «Avete visto? Siamo tantissimi!». Ma la sinistra che ha mostrato ieri con forza il suo aspetto solidale è la stessa che - si legga il bel libro «Non sulle mie scale» di Italo Fontana per Donzelli: sugli effetti dell'immigrazione in un quartiere popolare di Torino - ha perso finora molti voti e in parte sta capendo l'errore, perché più concentrata sui temi dei diritti che sul dovere della protezione.

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Il Messaggero