«I flussi si stanno gradualmente riducendo, vince lo Stato e perdono gli scafisti». Il giorno dopo Paolo Gentiloni spiega così perché abbia deciso...
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Una linea cui plaude il mondo cattolico ma che non è quella del Viminale. In mattinata prima Angelino Alfano, poi Gentiloni vedono l'inviato Onu in Libia Ghassan Salamè, al quale sollecitano una «spinta decisiva» delle Nazioni Unite alla stabilità nel Paese, vera precondizione per una gestione «più efficace» dei flussi migratori. Salamè plaude alla missione navale italiana di supporto alla Guardia costiera libica, così come dall'Ue il presidente dell'Europarlamento Antonio Tajani definisce il codice delle ong «indispensabile».
L'Italia, aggiunge l'esponente di Fi, deve parlare «con una voce unica». La linea - assicurano dal governo - è una ed è quella indicata da Minniti. «Il codice dei migranti - afferma Gentiloni in un'intervista al Tg1 - è un pezzo fondamentale di una strategia d'insieme che sta producendo piano piano risultati, uno spiraglio». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero