Pm turco ucciso, fermato a Mestre presunto reclutatore della Dhkp-C

Pm turco ucciso, fermato a Mestre presunto reclutatore della Dhkp-C
La Polizia di Venezia ha fermato un turco presunto reclutatore per conto della Dhkp-C, l'associazione terroristica che ha ucciso, il 31 marzo scorso, a Istanbul, il pm Mehmet...

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La Polizia di Venezia ha fermato un turco presunto reclutatore per conto della Dhkp-C, l'associazione terroristica che ha ucciso, il 31 marzo scorso, a Istanbul, il pm Mehmet Selin Kiraz. Nei suoi confronti c'era un mandato di cattura internazionale, per fini di estradizione, emesso dalla magistratura di Ankara per terrorismo. L'uomo, che aveva documenti austriaci, è stato bloccato all'uscita di un albergo di Mestre.




L'uccisione del pm avvenne nel blitz delle forze speciali in cui sono morti anche due sequestratori del magistrato. Il latitante fermato ha la cittadinanza austriaca e si trovava in Italia con la moglie austriaca e i figli.



Alfano «Il livello di allerta è tale che, anche e soprattutto nei giorni della Pasqua, i controlli di sicurezza, su tutto il territorio, sono altissimi»: così il ministro dell'Interno Angelino Alfano ha commentato il fermo



«Tutte le Forze dell'Ordine, così come stabilito dal C.a.s.a. (Comitato di Analisi Strategica Antiterrorismo) - ha aggiunto - sono impegnate senza sosta sul fronte antiterrorismo per individuare ogni fonte di possibile rischio e pericolo». Il ministro ha confermato che il turco fermato a Mestre dalla Digos è colpito da un mandato di cattura internazionale per terrorismo.




«Il latitante, che ha cittadinanza austriaca e si trovava in Italia con la moglie austriaca e i figli - ha detto Alfano - secondo le autorità» turche appartiene al gruppo terroristico 'Fronte rivoluzionario per la liberazione del popolo' (acronimo DHKP/C), conosciuto tragicamente per il sequestro - e a seguito a questo, per la morte - del Procuratore della Repubblica turco Mehmet Selim Kiraz. Il latitante - ha concluso Alfano - adesso è a disposizione della Corte di Appello per l'eventuale estradizione». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero