Stava dormendo sul sedile posteriore dell'auto, una Lancia Thema blindata. Era appena passata l'una di notte, buio pesto nella strada provinciale tra i comuni di...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Per il governatore della Sicilia, Rosario Crocetta che ha voluto Antoci alla guida dell'Ente Parco, il movente dell'agguato fallito «sta negli affari del clan dei Tortoriciani, alleati con i clan Santapaola di Catania», per la gestione dei terreni, concessi in passato da alcuni enti pubblici senza gara e senza controlli, destinati a pascolo che fruttano centinaia di milioni di euro alla mafia grazie ai contributi comunitari. «La mafia - sostiene Crocetta - ha alzato il tiro perchè il Parco dei Nebrodi sta applicando il protocollo di legalità siglato con la Prefettura di Messina a marzo del 2015 e dunque ha cominciato a revocare concessioni rilasciate in modo allegro, così come sta facendo l'Ente di sviluppo agricolo». Una chiave di lettura condivisa da Antoci, perchè «questa esperienza traumatica mi ha dato la conferma che quello che abbiamo toccato sono interessi enormi». «Cosa nostra si finanziava con i fondi europei, dopo che li abbiamo messi in difficoltà ha reagito», insiste, «siamo certi che questo attentato viene dalle persone alle quali abbiamo fatto perdere un affare milionario».
Un business da centinaia di milioni di euro, sostengono Crocetta e il senatore del Pd Beppe Lumia che ha presentato un'interrogazione parlamentare, messi a rischio dalle revoche delle concessioni e dalla stretta messa a punto dal protocollo di legalità.
Il Messaggero