Non si ferma l’escalation di violenza in Messico. Ad incrementare il numero dei morti innocenti per le strade del Paese sud americano sono i criminali affiliati ai cartelli...
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Il piccolo Marcos stava passeggiando per strada la scorsa settimana insieme ai genitori, Juan Alberto Pano Ramos, 24 anni, e Alba Colon, 17, quando un gruppo di uomini armati, probabilmente quattro come riferiscono alcuni testimoni, hanno aperto il fuoco uccidendoli all’istante. Molti hanno paragonato l’immagine di Marcos, pubblicata su Facebook dall’account di una pagina che racconta gli eventi in programma a Pinotepa Nacional, a quella di Aylan Kurdi, il migrante siriano di tre anni ritrovato senza vita su una spiaggia turca dopo il naufragio della barca su cui viaggiava insieme ai propri cari nella speranza di raggiungere l’Europa.
In pochi minuti anche su Twitter l’hashtag #PinotepaNacional è diventando un trend in tutto il mondo, con numerosi commenti di disgusto e vergogna per la decisione di mostrare quelle immagini cruente, ma anche di sostegno e vicinanza nella lotta contro i criminali che stanno rendendo invivibile il Paese sud americano. «Come le persone hanno pubblicato sui loro profili social le immagini delle bandiere francesi in occasione degli attacchi terroristici del 13 novembre scorso – ha commentato un utente – dovrebbero condividere anche la foto del povero Marcos, per far sapere a tutto il mondo che qui ogni giorno muoiono centinaia di innocenti a causa dei criminali della droga».
Secondo fonti dell’emittente americana CNN, la polizia locale avrebbe arrestato quattro persone per il triplice omicidio della famiglia Colon. Obiettivo principale della gang pare fosse la madre di Marcos, che da anni vende droga, probabilmente perché affiliata ad un cartello concorrente a quello a cui appartengono gli aggressori. Si tratta di una violenza inarrestabile: secondo l’Istituto trans-frontaliero di San Diego, in California, che analizza il crimine in Messico, dal 2006 al 2012 si sono registrati più di 125mila omicidi in questo Paese.
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Il Messaggero