MILANO Il programma della serata prevede: presentazione del libro «Ravenna fascista. 1920-1925, la conquista del potere», di Alessandro Luparini. Segue dibattito e si...
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LO SCRITTORE SI DISSOCIA
Appena l’elenco dei piatti è diventato di dominio pubblico, in molti non hanno gradito lo spirito rievocativo e lo stesso Luparini ha preso le distanze dall’operazione nostalgia: «Non voglio generare equivoci sulla serietà e l’assoluta correttezza scientifica del mio lavoro», ha affermato. Storico, direttore della Fondazione Casa Oriani e della biblioteca di storia contemporanea di Ravenna, lo scrittore ha messo in chiaro la sua posizione circa il menu che sarebbe stato assai apprezzato da Benito Mussolini: «Da più parti, più o meno scherzosamente, sono stato invitato a renderne ragione. Sebbene in alcun modo l’istituzione culturale che dirigo sia coinvolta in tale iniziativa, né del resto sia minimamente nominata nell’invito, il ruolo, in qualche modo pubblico, che ricopro mi impone una precisazione». E dunque: «Non sono membro dell’associazione “Tessere del Novecento”, il cui invito onorerò comunque, e non ho avuto parte nell’organizzazione logistica dell’evento, tanto meno nella ideazione del menu “a tema”, da cui non posso che prendere le distanze per non generare equivoci sulla serietà e l’assoluta correttezza scientifica del mio lavoro». Una precisazione che l’autore ritiene necessaria «pur supponendo gli intenti meramente goliardici» della cena, considerato che qualche giorno fa nella stessa sede la presentazione di un libro sul sessantotto è stata allietata da «cocktail Molotov, tartine Gauche caviar e Potere operaio». Luparini ci tiene a ricordare i motivi per cui ha accettato l’invito: «L’ho reputato un modo utile per tornare a riflettere sulla storia del fascismo ravennate. Riflettere in modo critico e rigoroso, sulla base delle fonti documentarie, come si conviene a uno storico, senza il minimo intento apologetico, celebrativo e nostalgico». E quindi senza prosciutto al pugnale e coppa littoria.
«RICERCA FILOLOGICA E IRONIA»
Il presidente dell’associazione “Tessere del Novecento” Piero Casavecchia, intervistato dal Corriere di Romagna, cerca di smorzare la polemica rifacendosi allo spirito filologico dell’iniziativa. «Per coronare la serata abbiamo pensato di mettere a punto un menu d’epoca, in maniera ironica.
Il Messaggero