«Ritengo ingiusta la sentenza di oggi e la impugnerò, convinto che la mia piena innocenza sarà alfine riconosciuta». Inizia così la dichiarazione...
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Da una parte, ha scritto, «i risultati ottenuti dalla Regione Lombardia in diversi campi, e in particolare nella sanità, durante i miei anni, sono sotto gli occhi di tutti i cittadini e dei moltissimi che da altre Regioni vengono a farsi curare». Dall'altra, «la sentenza ha fatto cadere l'accusa più grave che costituiva lo scheletro e la sostanza dell'intero impianto accusatorio, e cioè l'associazione a delinquere». Se sono stati «assolti tutti i dirigenti della Regione Lombardia», ragiona Formigoni, di fatto «è stata riconosciuta la piena correttezza e legittimità di tutti gli atti regionali». È la posizione delineata dai suoi legali: «L'assoluzione dei funzionari della Regione dimostra che le attività erano svolte in maniera legale e che la sanità lombarda era gestita correttamente - ha dichiarato il suo legale, Luigi Stortoni - . Questo conferma che i cosiddetti benefits non erano corruzione ma cortesie: andremo davanti alla Corte d'Appello e sono convinto che un clima rasserenato dal tempo consentirà di valutare la realtà dei fatti». Poche però le manifestazioni pubbliche di solidarietà. Telegrafico l'attuale governatore, Roberto Maroni: «Ne prendo atto e punto».
«La condanna conferma quanto abbiamo denunciato in questi anni» ha dichiarato il segretario del Pd lombardo, Alessandro Alfieri, mentre M5S ha chiesto le dimissioni da presidente della Commissione del Senato: «Formigoni faceva la bella vita a spese dei malati» ha detto la capogruppo regionale, Iolanda Nanni. Dai compagni di partito, invece una difesa corale: «Sono certo - ha dichiarato il capogruppo di Ap alla Camera, Maurizio Lupi - che nei successivi gradi di giudizio la sua estraneità ai fatti verrà acclarata». E il presidente del Consiglio regionale, Raffaele Cattaneo, ha commentato: «Una condanna così severa, 6 anni, mi sorprende e mi sembra eccessiva. Io ho lavorato moltissimi anni con Roberto Formigoni e ho conosciuto un galantuomo e una persona che si è spesa moltissimo nell'interesse dei lombardi per esercitare al meglio il compito che stava svolgendo». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero