Mattarella: troppe critiche alla Ue, insegnare ai giovani i suoi valori

Mattarella
«Troppe volte nella dialettica interna e internazionale l'Unione viene criticata, le sue regole trattate come l'esempio di una burocrazia complessa e a volte...

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«Troppe volte nella dialettica interna e internazionale l'Unione viene criticata, le sue regole trattate come l'esempio di una burocrazia complessa e a volte addirittura oppressiva, come un limite rispetto a un passato esclusivamente nazionale che qualcuno vorrebbe raffigurare come una sorta di 'età dell'oro'». Lo ha detto a Gorizia il presidente Sergio Mattarella sottolineando che «tale giudizio non rispecchia le straordinarie conquiste di un modello di convivenza e di crescita unico al mondo».


«L'Unione Europea, l'unione dei popoli europei, dei cittadini dei nostri Paesi - ha proseguito - è un progetto di grande valore, che va coltivato giorno per giorno, anche per rimuoverne le imperfezioni, le contraddizioni, per migliorarlo sulla base di una critica anche severa ma costruttiva, attenta e, soprattutto, sulla base di spinte ideali all'altezza dei tempi e della storia». «Al compimento di questo progetto, al suo successo - ha aggiunto - è intimamente legata la possibilità per gli europei di essere collettivamente protagonisti in un mondo nel quale la globalizzazione ha reso vicini anche problemi e fenomeni un tempo considerati lontani».

«La cronaca di questi mesi» è «contrassegnata dalla insistenza con la quale, altrove, si continuano a mettere in discussione i valori fondanti dell'Unione e non soltanto le sue scelte, evocando velleitariamente la costruzione di nuove barriere», ha quindi sottolienato il Capo dello Stato. «I gerani che delimitano oggi il confine tra Italia e Slovenia ci dicono che i confini possono trasformarsi in ponti che uniscono». «Pochi luoghi in Europa come quello in cui siamo oggi - ha aggiunto - possono testimoniare così chiaramente la trasformazione avvenuta nelle menti, nei cuori e nella condizione dei cittadini europei e lo straordinario progresso che la comune appartenenza di Slovenia e Italia all'Unione Europea e il loro comune desiderio di pace, di amicizia e di cooperazione hanno prodotto. Un confine sino a pochi anni or sono concreto e visibile, si è progressivamente smaterializzato, a tutto vantaggio di una progressiva osmòsi tra le due comunità che costituisce oggi un paradigma dello spirito dell'Unione Europea».


«È dovere delle classi dirigenti europee diffondere fra i giovani il senso dei valori sui quali sono costruite le nostre democrazie, e il progetto comune, l'Unione Europea, che i padri fondatori animarono, per non dover più vivere le tragiche esperienze della guerra e delle dittature». «Ed è parimenti nostro compito - ha aggiunto - metterci in ascolto dei giovani, delle loro aspirazioni, delle loro idee, delle loro proposte. È un compito impegnativo, al quale nessuno può e nessuno deve sottrarsi, con l'obiettivo di consegnare all'Europa di domani una casa comune sempre più salda, prospera e ben realizzata, all'altezza della sua civiltà - ha concluso - e delle sfide attuali».
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Il Messaggero