Ripresa, crescita, integrazione, collaborazione internazionale, riforme, unione politica d'Europa. É il vocabolario di Sergio Mattarella. E del suo protagonismo...
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Il Capo dello Stato ha insistito con Merkel, con Juncker e con tutti gli altri sulla necessaria «condivisione» con l'Italia, da parte dell'Europa, dell'«emergenza naufraghi e profughi che arrivano nel nostro Paese». La questione Libia é naturalmente connessa con la questione immigrazione sulle coste italiane, e dunque europee, e quel Paese «é un punto nevralgico», sostiene Mattarella. Vanno sostenuti gli sforzi dell'Onu - incalza il presidente italiano in questo suo giro diplomatico - per il dialogo in Libia e per «aiutare il Paese a trovare stabilità».
Quanto all'economia, con Juncker l'inquilino del Colle si é trovato d'accordo sul cambio di passo, e insomma sull'investimento nella crescita accoppiato al rispetto dei vincoli di bilancio. Ma il presidente italiano fa il presidente italiano e il premier italiano fa il premier italiano, e allora guai a considerare questa trasferta di Mattarella come una sorta di doppione del lavoro che svolgono Renzi e il suo ministro degli esteri. Considera questo suo viaggio, il nostro Capo dello Stato, una sorta di supporto al lavoro dell'esecutivo e «spero che questi miei incontri siano utili anche per il governo». É la dottrina Mattarella. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero