Il sindaco di Sorrento vieta le nozze gay nel chiostro Francescano. Ma l'area è del Comune

Vincenzo e il suo compagno colombiano Beto
Il Comune di Sorrento nega a una coppia gay la celebrazione del rito nel suggestivo chiostro di San Francesco, di proprietà municipale, dove ogni anno si svolgono in media...

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Il Comune di Sorrento nega a una coppia gay la celebrazione del rito nel suggestivo chiostro di San Francesco, di proprietà municipale, dove ogni anno si svolgono in media 200 matrimoni civili. «Motivi di opportunità», spiega il sindaco Giuseppe Cuomo. Il chiostro è infatti attiguo a un monastero francescano. Motivazione che non piace affatto ai due uomini intenzionati a sposarsi proprio lì, a fine luglio: «Il chiostro non fa parte del Vaticano ma dello Stato italiano, dove vige la legge Cirinnà», dicono.




Legge del quale proprio oggi ricorre il secondo compleanno. Glissa l'arcivescovo di Sorrento-Castellammare, Francesco Alfano: «Non so nulla di questa vicenda, approfondiremo». Il sindaco ricorda di aver offerto varie alternative: altri siti dove a Sorrento si celebrano le nozze civili, come il museo Correale, villa Fiorentino o lo stesso municipio. Controproposta che non è stata accettata dagli interessati, Vincenzo D'Andrea di 27 anni e il suo compagno colombiano Beto. «Nel chiostro di San Francesco si celebrano tantissimi matrimoni civili e non religiosi, perché a noi è stato vietato? Rivendichiamo gli stessi diritti degli altri cittadini. Fortunatamente grazie alla legge Cirinnà è stato stabilito un diritto di uguaglianza», dice la coppia.

Intanto Vincenzo e Beto hanno deciso di rinunciare a Sorrento e di unirsi civilmente il 25 luglio a Villa Fondi, nel vicino comune di Piano di Sorrento. Ma non vogliono che il no ricevuto passi sotto silenzio: «La battaglia deve andare avanti, per gli altri. Noi siamo stati accolti con grande simpatia e disponibilità dal comune di Piano di Sorrento, ma in futuro qualsiasi coppia di cittadini italiani dovrà poter sposarsi dove vuole, compreso il chiostro di San Francesco». Enzo e Beto entreranno comunque nell'elenco delle migliaia di coppie - 6.073 al 31 dicembre scorso, ricorda Arcigay - che dopo la legge Cirinnà, approvata definitivamente l'11 maggio 2016, hanno celebrato la propria unione nei comuni italiani.


Costanzo Iaccarino, presidente Federalberghi in Costiera sorrentina, lancia un ramoscello d'ulivo alla coppia: «Invito Enzo e Beto a Sorrento. Come Federalberghi gli offriremo un week end in una delle nostre strutture». Invito condiviso da Giuseppe Aversa, chef stellato di Sorrento: «Invito i due giovani a venire da noi per brindare assieme al loro matrimonio. La nostra è da un lato una città internazionale, dall'altro è, in alcuni ambiti, legata a vecchi preconcetti. I nostri clienti sono di qualsiasi religione, provenienza e scelte sessuali. Persone colte e attente. Sorrento è inserita in alcune guide come luogo tranquillo dove i gay possono vivere serenamente la propria sessualità».
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Il Messaggero