Massacrato dai bulli, ragazzo di 14 anni chiede di morire in riva al mare dopo 16 mesi di sofferenze

Antonio de Jesus Lopez Monje
Antonio de Jesus Lopez Monje non ce l'ha fatta. A 16 mesi dal brutale pestaggio è morto a 14 anni in un letto nella casa della nonna. In riva al mare, ...

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Antonio de Jesus Lopez Monje non ce l'ha fatta. A 16 mesi dal brutale pestaggio è morto a 14 anni in un letto nella casa della nonna. In riva al mare,


così come aveva desiderato.







A ucciderlo è stato un gruppo di bulli che si è scagliato contro di lui all'uscita da scuola nella città di Amozoc, in Messico.

Senza un apparente motivo lo hanno pestato a calci e pugni e lo avevano lasciato a terra. Trasportato in ospedale, per i medici è stato subito chiaro che le condizioni del ragazzo erano disperate: con un grave danno cerebrale e un enorme ematoma alla testa, Antonio è entrato in coma poco dopo il ricovero.



Ne è uscito solo dopo un intervento chirurgico, ma con ferite profonde nel corpo e nel cuore: Antonio aveva perso metà dei suoi ricordi, il danno cerebrale gli aveva paralizzato metà del corpo e aveva perso il 60% della vista. Un calvario che è passato attraverso 9 operazioni, alla fine delle quali le speranze di ridare una vita normale ad Antonio si erano sempre più affievolite.



«Per tanto tempo ci siamo aggrappati alla speranza che sarebbe uscito dall'ospedale e sarebbe tornato a casa – ha detto Roberto, il papà del ragazzino - Ma quando abbiamo sentito che la sua condizione peggiorava e preoccupava sempre di più, abbiamo iniziato a credere che tutto l'aiuto dei dottori non lo stava aiutando». E così, contro il parere dei medici, hanno portato via il figlio dall'ospedale per esaudire il suo desiderio: andare in riva al mare. «Voleva sentire le onde e l'odore della brezza marina, toccare la sabbia – ha continuato il papà - così alla fine abbiamo deciso di farlo uscire».



Antonio è andato ad abitare con la nonna a Ensenada, una città costiera nel nord-ovest del Messico. Tre mesi in riva al mare, il suo ultimo desiderio. Poi è morto.

«Per colpa di questo attacco insensato abbiamo perso la cosa più preziosa, nostro figlio - ha concluso Roberto - Mi auguro che gli individui che hanno fatto questo al mio bambino possano marcire all'inferno».



Per l'attacco ad Antonio sono stati denunciati sette ragazzi: adesso sono in attesa di un processo per omicidio. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero