Ventidue giorni dopo il delitto, gli inquirenti hanno dato un volto e un nome al presunto assassino del maresciallo dei carabinieri Silvio Mirarchi, ucciso mentre stava...
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In trepidante attesa la famiglia Mirarchi. «È totalmente vicina all'Arma dei carabinieri, con cui ha un rapporto speciale e con cui continua a intrattenere rapporti di estrema fiducia», dice l'avvocato dei familiari, Giacomo Frazzitta. «La giustizia non potrà ridare la vita al maresciallo Mirarchi, ma potrà fare luce sulla vicenda - aggiunge - I familiari sono in attesa di conoscere i dettagli dell'indagine e si congratulano con il Comando provinciale dei carabinieri e il procuratore Vincenzo Pantaleo». Mirarchi e il suo collega erano impegnati nella ricerca di una serra, in contrada Scacciaiazzo. I due militari erano entrambi in borghese, quando furono raggiunti dal fuoco; il maresciallo fu colpito a un rene e all'aorta. Soccorso dal collega, fu portato immediatamente all'ospedale di Marsala dove venne sottoposto a un primo intervento chirurgico durante il quale gli fu asportato un rene. Poi il trasferimento in elisoccorso a Palermo, nel reparto di chirurgia vascolare dell'ospedale Civico per una nuova operazione. L'intervento andò a buon fine, ma il carabiniere, gravemente ferito e debilitato, morì poco dopo per arresto cardiaco. Originario di Catanzaro, il maresciallo Mirarchi ha lasciato la moglie e due figli. Il primo a manifestare cordoglio per la morte del carabinieri fu il Capo dello Stato, Sergio Mattarella.
Le indagini, coordinate dal pm Anna Cecilia Sessa, sono state immediate.
Il Messaggero