La Corte Suprema indiana ha deciso l'estensione della permanenza del marò Latorre, che resterà in Italia fino al 30 aprile. In questo modo il fuciliere...
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Latorre sarebbe dovuto rientrare in India tra due giorni, ma i suoi legali, riferisce il giornale, hanno chiesto alla Corte un'estensione del periodo di permanenza in Italia per via delle sue condizioni di salute. «Considerando il fatto che il governo indiano non ha obiezioni - ha detto il giudice Anil R Dave - è concessa a Latorre un'estensione di tre mesi per fare rientro in India». Lo stesso giudice ha fatto sapere che l'ambasciatore italiano in India dovrà firmare un documento nel quale assicura che il marò tornerà a Nuova Delhi in aprile.
In apertura di seduta il legale di Latorre, Sole Sorajbee, ha chiesto l'estensione della permanenza in Italia del fuciliere di Marina fino alla fine della procedura dell'arbitrato avviata all'Aja sulla giurisdizione del caso. Da parte sua, l'Additional Sollicitor General Pinki Anand ha informato il tribunale che il governo di New Delhi ha bisogno di ulteriore tempo per studiare le implicazioni dell'arbitrato richiesto dall'Italia. A questo punto, il presidente della seconda sezione della Corte, Anil R. Dave, ha chiesto al magistrato governativo di presentare una documentazione scritta sulla posizione indiana entro il 13 aprile quando si svolgerà udienza. In questo ambito la Corte ha inoltre deciso l'estensione della permanenza in Italia di Latorre fino al 30 aprile. Contrariamente a quanto ipotizzato alla vigilia, l'Italia non ha avanzato questioni riguardanti le condizioni di salute di Latorre - in Italia per curarsi dai postumi di un ictus subito a Delhi nel 2014 - ma si è attenuta unicamente alla richiesta legata al procedimento aperto all'Aja.
Sulla base della sentenza del Tribunale del Mare di Amburgo del 24 agosto scorso, l'Italia «ritiene che sia preclusa ogni decisione da parte della Corte suprema indiana relativamente al Fuciliere Latorre e che pertanto egli possa restate in Italia per tutta la durata del procedimento arbitrale internazionale avviato dal governo il 26 giugno 2015».
Il Messaggero