Renzi e il Campidoglio, battaglia rischiosa anche per il governo

Renzi e il Campidoglio, battaglia rischiosa anche per il governo
Dopo l'ultimatum dato a luglio, Matteo Renzi ha cercato di tenersi il più lontano possibile da Ignazio Marino. Sino a ieri sera, quando ha dato ordine di staccare la spina....

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Dopo l'ultimatum dato a luglio, Matteo Renzi ha cercato di tenersi il più lontano possibile da Ignazio Marino. Sino a ieri sera, quando ha dato ordine di staccare la spina. Renzi avrebbe voluto staccarla già tre mesi fa, ma si è dovuto arrendere a ciò che resta di un Pd romano squassato da Mafia-Capitale e che si è ritrovato con Matteo Orfini a difesa di Marino.




Ciò che è accaduto nelle ultime settimane ha dato ragione a Renzi. Marino si è inabissato, tirato giù dai suoi stessi errori e da una buona dose di presunzione. Il presidente del Consiglio, nonché segretario del Pd, ha però poco da gioire. Anche se la scelta di Marino è frutto di passate "gestioni" del Pd, ora si tratta di trovare un candidato e, soprattutto, una classe dirigente, in grado di competere alle prossime amministrative.



La missione appare disperata. Il Pd romano è in parte liquefatto e in parte in mano ai soliti capibastone. Il tempo per rifondare il partito non c'è ed è per questo che Renzi intende intestarsi la battaglia sino a un certo punto. Come? Per esempio negando, come oggi ha fatto palazzo Chigi, di voler scegliere lui il candidato sindaco non facendo svolgere le primarie. Un'eventualità che scaricherebbe sul segretario del Pd tutte le responsabilità di una sconfitta che quasi tutti danno per certa. Serve quindi trovare un candidato, un po' kamikaze, o che sia disposto a lavorare sul lungo periodo lasciando ad altri la responsabilità di guidare il Comune per i prossimi anni. Nel Pd si deciderà quindi tutti insieme se fare le primarie o se scegliere direttamente il candidato. Per Renzi non è questa l'occasione per mostrare tutto il suo decisionismo.

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Il Messaggero