Mentre Marine Le Pen è stata raggiunta da una convocazione da parte dei giudici per la vicenda degli assistenti parlamentari di Strasburgo, in vista di una sua iscrizione...
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L'ultima defezione è arrivata in serata, se ne va anche il direttore della campagna elettorale e artefice del successo alle primarie, Patrick Stefanini. In un ultimo accorato appello via videomessaggio Twitter, il candidato dei Républicains travolto dal PenelopeGate, lo scandalo degli impieghi fittizi a moglie e figli, si rivolge solennemente ai connazionali affinché «resistano» e si rechino «molto numerosi» alla manifestazione di dopodomani al Trocadero.
In giacca e cravatta, su un terrazzo con vista mozzafiato sulla Torre Eiffel, anche se avvolta dal proverbiale grigiore parigino, il candidato azzoppato chiede ai connazionali di «riaccendere la fierezza francese e salvare l'Europa». «Oggi - avverte - non è in gioco solo la mia persona ma voi, le vostre speranze, lo dico con forza: non lasciatevi traviare, non lasciate che nessuno possa sottrarre la vostra scelta, vi chiedo di resistere, vi invito ad andare avanti, con la determinazione degli uomini e delle donne libere».
Poi l'appello a scendere in piazza. «Vi do appuntamento domenica, alle ore 15, sulla piazza del Trocadero, con la forza calma, la forza sicura di chi rispetta le nostre istituzioni democratiche, farete sentire la vostra voce vi attendo numerosi, molto numerosi, per mostrare quello che è la volontà popolare dei militanti della Francia». Ma per colui che trionfò alle primarie del centro destra lo scorso novembre ora la strada è tutta in salita. Anche oggi, è continuata la grande fuga, con un centinaio di (ex) compagni che lo hanno scaricato in queste ultime ore. In mattinata, l'annuncio dell'addio di Thierry Solère, portavoce di Fillon e «garante» dello svolgimento delle primarie della destra.
In serata l'addio più fragoroso, quello di Patrick Stefanini, il cervello che ha costruito la candidatura di Fillon. La brutta notizia è stata aggravata da un pasticcio: prima le dimissioni sono state smentite da Fillon, poi confermate da un comunicato, ma a partire da domenica. Dopo aver dichiarato «sospesa» la propria partecipazione alla campagna elettorale, anche l'alleato centrista dei Republicains, l'UDI, ha annunciato stasera di voler abbandonare definitivamente Fillon.
Attraverso il suo presidente Jean-Christophe Lagarde, il partito ha inoltre chiesto «solennemente ai Republicains di cambiare candidato»: «se questo non avverrà - ha continuato Lagarde - non potremo proseguire in questa alleanza con un tale accecamento». A meno di due mesi dal voto, tutti gli sguardi della République si rivolgono verso Bordeaux. O meglio verso il suo sindaco Alain Juppé, il moderato che fu travolto da Fillon al ballottaggio delle primarie d'autunno, e che ora fa sapere di essere pronto a sostituire Fillon nella corsa alla poltrona più importante. «Se me lo chiedono non mi tirerò indietro», ha detto ai suoi.
Perché «questa situazione assomiglia a un suicidio collettivo».
Il Messaggero