È finita dopo due giorni la lotta per sopravvivere di Alessandra Lighezzolo: la 53enne vicentina rimasta ferita gravemente nell'incidente causato mercoledì...
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LEGGI ANCHE: Marco Paolini coinvolto in un incidente sull'A4. Grave una donna, l'attore è indagato: «Colpa mia, ho avuto una distrazione»
Nel pomeriggio di oggi si erano diffuse voci sul fatto che non ce l'avesse fatta: in realtà stava iniziando l'iter di legge per la dichiarazione di morte cerebrale. Verso le 20 la commissione medica ha ufficializzato il decesso. La donna lascia il marito e due figli. Residente ad Arzignano (Vicenza), gestiva un negozio molto conosciuto di abbigliamento per bambini.
Una conclusione drammatica, cui corrisponderà un aggravamento della posizione giudiziaria di Paolini: indagato inizialmente per l'ipotesi di lesioni gravissime, dovrà rispondere adesso del reato previsto dall'art. 589 bis, omicidio stradale. Uno schianto terribile quello avvenuto mercoledì sul tratto della A4 compreso tra i caselli di Verona Sud e Verona Est, in direzione Venezia. Paolini era alla guida di una Volvo, e per una distrazione - pare causata da un forte attacco di tosse - ha perso il controllo della vettura, sbandata verso la corsia di marcia lenta, dove ha preso in pieno il posteriore della Fiat 500, con a bordo le due amiche vicentine. La violenza dell'urto ha fatto cappottare più volte l'utilitaria, finita a ruote all'insù nella tangenziale di Verona che corre a fianco della A4.
Paolini, rimasto illeso ma sotto choc, aveva assistito impietrito ai soccorsi portati dai medici del Suem. Lighezzolo, in arresto cardiaco, era stata rianimata sul posto e poi trasferita all'ospedale. L'attore bellunese non ha cercato scuse. Ha subito offerto collaborazione agli agenti della Polstrada che lo hanno sentito ed ha ammesso le sue responsabilità: «è stata colpa mia, ho avuto una distrazione». Paolini, che ha annullato tutti i suoi prossimi impegni teatrali, aveva espresso la volontà di restare vicino alle due ferite, per ogni esigenza. Oggi purtroppo l'epilogo che tutti avevano temuto. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero