Un autentico schiaffo, improvviso e imprevisto, l’esatto contrario delle aspettative del governo che fin qui s’è mosso con discrezione e cautela, ma intensamente. ...
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Una amarissima sorpresa quella creata dal netto rifiuto della Corte Suprema indiana di concedere ai nostri due marò Massimiliano Latorre e Salvatore Girone il permesso di trascorrere le vacanze a casa, dopo tre anni di tribolazioni e in attesa non di un processo ma di un semplice capo d’accusa, ancora di là da venire.
Una decisione che i ministri Gentiloni (Esteri) e Pinotti (Difesa) non hanno esitato a definire “inaccettabile” e che ha prodotto “irritazione e delusione” e la “ferma contrarietà” del capo dello Stato. Ma è l’imbarazzo, certo non dichiarato, che domina su tutto: che fare adesso? Il primo segnale, forte e chiaro, è stato quello di annunciare che Latorre non sarebbe ritornato in India: è un cittadino italiano malato e come tale verrà curato nelle nostre strutture sanitarie. Per ora, viene accuratamente evitata ogni ipotesi di strappi nelle relazioni diplomatiche, l’ambasciatore a Nuova Delhi Daniele Mancini sta rientrando a Roma per consultazioni, in attesa dei “passi necessari” verso le autorità indiane.
Passi che mettono in gioco “principi irrinunciabili di sovranità internazionale” ma ancora tutti da decidere, considerato anche che di tempo ne è trascorso tanto e in questa altalena si sono agitate molte parole con pochi risultati.
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Il Messaggero