Manuela Bailo, l'amante dal carcere: «Abbiamo litigato per un tatuaggio»

«Non volevo ucciderla, l'ho spinta ed è caduta dalle scale», ripete dal carcere Fabrizio Pasini, l'uomo che ha confessato l'omicidio della donna che...

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«Non volevo ucciderla, l'ho spinta ed è caduta dalle scale», ripete dal carcere Fabrizio Pasini, l'uomo che ha confessato l'omicidio della donna che per due anni è stata la sua amante. L'autopsia sul corpo di Manuela Bailo, 35enne bresciana, ha stabilito, però, che la frattura composta alla base superiore del cranio, riscontrata dai medici, non può aver determinato il decesso. 


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C'è altro. La giovane, scomparsa da casa il 28 luglio e il cui cadavere è stato fatto ritrovare dal suo assassino lunedì scorso nelle campagne cremonesi, potrebbe essere morta per soffocamento, data anche la presenza di un segno all'altezza della carotide e la forte presenza di sangue. Ancora non è chiaro, tuttavia, se la donna sia deceduta per un'emorragia interna in seguito alla caduta o se sia stata strangolata dall'amante con il quale lavorava negli uffici della Uil di Brescia. Il sindacato oggi ha ufficializzato l'espulsione di Pasini, che si trova in carcere con l'accusa di omicidio e occultamento di cadavere. In mattinata nell'interrogatorio di convalida del fermo davanti al gip ha ripetuto quanto già aveva detto domenica notte quando, tornato dopo due settimane di ferie con moglie e figli in Sardegna, ha confessato il delitto ai carabinieri che lo aspettavano fuori casa. 

 

L'omicidio è avvenuto nell'appartamento della madre di Pasini a Ospitaletto, nel Bresciano, attorno alle cinque del mattino del 29 luglio e il cadavere è stato trasportato lontano dalla casa teatro della tragedia solo 24 ore più tardi. Il sindacalista e Manuela Bailo avevano trascorso la serata a casa e poi fino alle quattro del mattino in pronto soccorso, perché lui si era procurato una contusione alle costole cadendo in casa. «Dopo l'ospedale non l'ho riportata alla sua auto ma siamo tornati a casa perché Manuela aveva dimenticato gli occhiali», ha spiegato Pasini che ha confermato anche il motivo del litigio. 

  «Abbiamo litigato per un tatuaggio», ha detto l'uomo raccontando che la ragazza si sarebbe arrabbiata scoprendo che lui aveva fatto un tatuaggio che avrebbero invece dovuto fare insieme. Manuela non era incinta e l'autopsia ha escluso uno dei motivi del litigio ipotizzati degli inquirenti. Per tutta la giornata nell'abitazione dei genitori dell'assassino, dove è avvenuto l'omicidio, è stato eseguito un sopralluogo da parte della Scientifica dei carabinieri per ricostruire attraverso l'esame del luminol la dinamica. Nessun commento da parte del sostituto procuratore Francesco Milanesi: «Aspettiamo la convalida», si è limitato a dire. «Sono emersi elementi molto interessanti che sicuramente mettono in dubbio la versione fornita da Pasini», fa però sapere l'avvocato Michele Radici, uno dei due legali della famiglia Bailo. Per domani la Procura di Brescia ha convocato una conferenza stampa per fare il punto sulle indagini.​ Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero