Milleproroghe, il decreto salva i precari e aiuta i giudici

Milleproroghe, il decreto salva i precari e aiuta i giudici
ROMA Salvare i concorsi pubblici in scadenza, allungando di un anno la validità delle graduatorie, e confermare gli oltre 40 mila precari che lavorano nella Pubblica...

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ROMA Salvare i concorsi pubblici in scadenza, allungando di un anno la validità delle graduatorie, e confermare gli oltre 40 mila precari che lavorano nella Pubblica amministrazione, che con l'arrivo del nuovo anno, sotto il peso delle regole sulle collaborazioni introdotte con il Jobs act, potrebbero ritrovarsi da un giorno a un altro senza incarico. Il ministero della Pubblica amministrazione lavora a un pacchetto di misure riservate agli statali che saranno inserire, con tutta probabilità, nel decreto Milleproroghe di fine anno. Nello stesso provvedimento confluirà una norma che interviene su un nodo molto importante per la magistratura, quello relativo all'età di pensionamento. Dopo la riforma del governo Renzi che abbassava repentinamente da 75 a 70 anni il requisito di età per i magistrati e dopo la norma quasi ad personam che ha permesso al primo presidente della Cassazione Giovanni Canzio di restare al suo posto, l'esecutivo ora interviene con un meccanismo di proroga variabile che raccoglie solo in parte le istanze dell'Associazione nazionale magistrati. Di fatto tutti coloro che compiranno i 70 anni nel corso dell'anno solare avranno il pensionamento rinviato fino a fine dicembre: l'allungamento della permanenza in servizio potrà quindi essere di pochi giorni o di quasi un anno a seconda della data di nascita.


I DETTAGLI
Il nuovo decreto legge del governo Gentiloni dovrebbe ricevere il primo via libera del Consiglio dei ministri questa settimana, tra mercoledì e giovedì. Il pacchetto sulle scadenze, prossimo all'approvazione, si inserisce nella fitta agenda del ministero guidato da Marianna Madia. C'è innanzitutto da realizzare il salvataggio dei tre decreti legislativi sulle società partecipate, i dirigenti sanitari e sui dipendenti pubblici assenteisti (i cosiddetti furbetti del cartellino), a rischio decadenza dopo la sentenza della Corte costituzionale, a cui seguirà a fine febbraio la presentazione in Parlamento dell'attesa riforma del pubblico impiego. Un testo indispensabile per dare contenuto all'intesa sul rinnovo dei contratti raggiunta, tra sindacati e governo, dopo sette anni durante i quali i lavoratori del pubblico impiego hanno visto congelate le loro buste paga. L'attuazione dell'accordo si dovrebbe concretizzare nei prossimi m\esi. Alla base dell'intesa politica firmata dalla ministra Marianna Madia, da Susanna Camusso della Cgil, da Annamaria Furlan della Cisl e da Carmelo Barbagallo della Uil c'è l'aumento medio di 85 euro lordi mensili promessi dal governo di Matteo Renzi e che il nuovo esecutivo non dovrebbe sconfessare. Uno dei punti dell'intesa firmata il 30 novembre scorso prevede la stabilizzazione dei precari: secondo le stime sindacali, entro la fine dell'anno ci sono 42 mila lavoratori pubblici con contratti a rischio decadenza. Nell'attesa di una loro stabilizzazione, dovrebbero essere confermati almeno per il prossimo anno con un correttivo da inserire nel Milleproroghe. La norma per confermare i precari avrebbe dovuto essere inserita nell'ultima Legge di Bilancio, ma la caduta del Governo Renzi ha congelato tutte le modifiche in programma al Senato. Si tratta in sostanza di una modifica del Jobs act nel passaggio in cui mette al bando i contratti co.co.co nel pubblico impiego a partire dal 2017.

I PALETTI

Un'altra proroga, come detto, dovrebbe allungare di un anno, quindi per tutto il 2017, la validità delle graduatorie, dando così ossigeno a vincitori e idonei di selezioni pubbliche. La proroga porta con sé due vantaggi: da una parte le amministrazioni pubbliche non dovranno bandire altre selezioni, che comporterebbero nuovi costi; mentre coloro che sono ancora in lista avranno altro tempo a disposizione per ricevere il posto sperato. Rimane aperta poi la questione degli enti locali. L'Anci chiede l'innalzamento al 75% del turn over del personale in tutti i Comuni, modifiche alle norme relative al sistema di perequazione per il riparto del Fondo di solidarietà comunale e lo slittamento al 31 marzo del termine di approvazione dei bilanci. Nel Milleproroghe, infine, dovrebbe trovare posto la proroga dei contratti a termine, con la deroga al limite massimo di 36 mesi, in particolare per le Province e le Città Metropolitane.
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Il Messaggero