Manchester, allarme all'Old Trafford: polizia fa brillare un pacco sospetto. Ma era un residuo di un'esercitazione

L'allarme rosso della paura scende sull'Old Trafford, il leggendario stadio dei "diavoli rossi" del Manchester United. Ma dura solo poche ore l'incubo del...

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L'allarme rosso della paura scende sull'Old Trafford, il leggendario stadio dei "diavoli rossi" del Manchester United. Ma dura solo poche ore l'incubo del terrorismo, o di una trappola tesa da un qualche misterioso criminale intenzionato a giocare la carta del panico, dietro l'allerta - rivelatasi alla fine una clamorosa gaffe - che oggi ha costretto a svuotare decine di migliaia di persone dalle tribune di uno dei templi del calcio britannico e mondiale, ad annullare la partita che vi si stava per disputare nell'ambito dell'ultima giornata di campionato della Premier League e a dare il via a un pomeriggio col fiato sospeso: concluso con un boato diverso da quello dell'esultanza del tifo, lo scoppio controllato di un oggetto sospetto, simile a un tubo collegato con un telefonino. Che però era stato dimenticato durante un'esercitazione di sicurezza. L'indagine - dopo ore di controlli a tappeto condotti nello stadio dalla polizia, con l'intervento di cani addestrati a fiutare eventuali esplosivi e poi di unità di artificieri dell'esercito di Sua Maestà bardati da capo a piedi - si è sciolta quindi in un sospiro di sollievo. L'oggetto, hanno stabilito gli investigatori dopo averne esaminato i reperti, non era nient'altro che un ordigno fittizio: il residuo di una esercitazione di sicurezza condotta nell'impianto di recente, con la simulazione di possibili minacce, e poi dimenticato - con incredibile leggerezza - dall'azienda privata che lo aveva fornito per l'occasione. Una "dimenticanza" tale da scatenare un putiferio, ma che non induce la Greater Manchester Police a concludere d'essere stata affrettata nell'evacuazione: perchè secondo le parole del vicecomandante John O'Hare, la precauzione è stata dettata dalla «priorità di garantire la sicurezza di ciascuno dentro l'impianto e nell'area circostante». Tanto più che - ha insistito un altro funzionario - l'oggetto, per quanto innocuo, era «incredibilmente simile a un ordigno» funzionante.


Tutto si è consumato all'improvviso, pochi minuti prima del fischio d'inizio di United-Bournemouth, match atteso a Manchester per le speranze europee di una stagione in tono minore. Gli spalti sono affollati, per quanto non gremitissimi. Ma prima che le squadre scendano in campo, ecco levarsi dagli altoparlanti l'invito perentorio a sfollare due settori della tribuna "sir Alex Ferguson". Si tratta di «un'operazione di sicurezza in codice rosso», conferma immediatamente via Twitter la società. L'evacuazione si mette in moto tutto sommato con calma, senza isterie, raccontano i testimoni. Gli addetti del club di casa collaborano con gli agenti. Qualche protesta si alza dal settore occupato dai sostenitori del Bournemouth, che intonano cori e sfottò fuori luogo verso i rivali. Ma anche loro vengono ricondotti alla ragione, mentre nel giro di pochi minuti la partita viene dichiarata dapprima sospesa, quindi annullata. Lo svuotamento dello stadio da parziale diventa totale: via tutti pure dalle tribune intitolate a Bobby Charlton. Fra i fan più riottosi dei Red Devils c'è chi bercia all'indirizzo delle telecamere slogan come «Jihadi John we don't give a fuck, wère gonna win the FA Cup» (chi se ne fotte di Jihadi John, vinceremo la Coppa d'Inghilterra). Ma in sostanza il deflusso viene sbrigato con ordine. Resta però l'inquietudine, nelle stesse ore in cui un'altra emergenza è rimbalzata da Oslo, dove un volo di Ryanair diretto proprio a Manchester è stato evacuato dopo che due passeggeri, poi fermate dalla polizia norvegese, erano stati sentiti parlare (probabilmente nell'ambito di uno scherzo di dubbio gusto) di una bomba a bordo.


Un'inquietudine ingigantita dall'eco di quell'esplosione, controllata dagli artificieri eppure sinistra all'interno d'un campo sportivo. A maggior ragione dopo il precedente di qualche mese fa dello Stade de France, nel giorno più nero di Parigi; e all'indomani del monito dell'Europol sugli Europei di calcio in programma fra poche settimane proprio in Francia, indicati come bersaglio ideale del terrorismo. Un contesto che aveva suggerito ad alcuni analisti l'idea che qualcuno - un mitomane, o magari un simpatizzante dei jihadisti - potesse aver deliberatamente puntato ad alimentare il panico anche all'Old Trafford, sullo sfondo del permanente livello d'allerta «grave» in vigore nel Regno Unito come in altri Paesi per le minacce dell'Isis e dell'incessante ticchettio degli avvertimenti (o della psicosi) via web. Fino alla scoperta di una verità stavolta tanto banale, quanto imbarazzante. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero