L'allarme rosso della paura scende sull'Old Trafford, il leggendario stadio dei "diavoli rossi" del Manchester United. Ma dura solo poche ore l'incubo del...
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Tutto si è consumato all'improvviso, pochi minuti prima del fischio d'inizio di United-Bournemouth, match atteso a Manchester per le speranze europee di una stagione in tono minore. Gli spalti sono affollati, per quanto non gremitissimi. Ma prima che le squadre scendano in campo, ecco levarsi dagli altoparlanti l'invito perentorio a sfollare due settori della tribuna "sir Alex Ferguson". Si tratta di «un'operazione di sicurezza in codice rosso», conferma immediatamente via Twitter la società. L'evacuazione si mette in moto tutto sommato con calma, senza isterie, raccontano i testimoni. Gli addetti del club di casa collaborano con gli agenti. Qualche protesta si alza dal settore occupato dai sostenitori del Bournemouth, che intonano cori e sfottò fuori luogo verso i rivali. Ma anche loro vengono ricondotti alla ragione, mentre nel giro di pochi minuti la partita viene dichiarata dapprima sospesa, quindi annullata. Lo svuotamento dello stadio da parziale diventa totale: via tutti pure dalle tribune intitolate a Bobby Charlton. Fra i fan più riottosi dei Red Devils c'è chi bercia all'indirizzo delle telecamere slogan come «Jihadi John we don't give a fuck, wère gonna win the FA Cup» (chi se ne fotte di Jihadi John, vinceremo la Coppa d'Inghilterra). Ma in sostanza il deflusso viene sbrigato con ordine. Resta però l'inquietudine, nelle stesse ore in cui un'altra emergenza è rimbalzata da Oslo, dove un volo di Ryanair diretto proprio a Manchester è stato evacuato dopo che due passeggeri, poi fermate dalla polizia norvegese, erano stati sentiti parlare (probabilmente nell'ambito di uno scherzo di dubbio gusto) di una bomba a bordo.
Un'inquietudine ingigantita dall'eco di quell'esplosione, controllata dagli artificieri eppure sinistra all'interno d'un campo sportivo. A maggior ragione dopo il precedente di qualche mese fa dello Stade de France, nel giorno più nero di Parigi; e all'indomani del monito dell'Europol sugli Europei di calcio in programma fra poche settimane proprio in Francia, indicati come bersaglio ideale del terrorismo. Un contesto che aveva suggerito ad alcuni analisti l'idea che qualcuno - un mitomane, o magari un simpatizzante dei jihadisti - potesse aver deliberatamente puntato ad alimentare il panico anche all'Old Trafford, sullo sfondo del permanente livello d'allerta «grave» in vigore nel Regno Unito come in altri Paesi per le minacce dell'Isis e dell'incessante ticchettio degli avvertimenti (o della psicosi) via web. Fino alla scoperta di una verità stavolta tanto banale, quanto imbarazzante. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero