PARIGI C'è tutto nell'Europa di Emmanuel Macron, c'è «il sorriso di Monna Lisa, Musil, Proust, Soares» e il Sisifo felice di Camus,...
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IL PROCESSO
Il presidente francese parla, parla parla nella grande aula magna di legno della Sorbona, un discorso di un'ora e quaranta per lanciare la rifondazione dell'Europa. Fa pause, parla a braccio anche se il discorso è stato scritto e riscritto e corretto da lui fino all'ultimo, non vuole soltanto mantenere una promessa della campagna elettorale, ma anche aprire una strada, avviare un processo, spera che si chiamerà «le processus de la Sorbonne», dice alla fine, quando il tono si alza, urla quasi, per mettere in guardia dai pericolosi sonni e da un oscurantismo che ci minaccia tutti.
«La Francia dice deve assumersi il rischio pericoloso di prendere l'iniziativa». L'iniziativa è quella, già annunciata nei giorni scorsi e anticipata ai partner europei, di rifondare l'Europa. Con una Germania che ormai deve fare i conti con l'estrema destra xenofoba in Parlamento e i liberali euroscettici in parlamento, Macron ha evitato di definire con precisione gli strumenti, le modalità pratiche per realizzare le sue proposte, ma non è nemmeno rimasto nella vaghezza dei principi.
Macron propone ai partner (e comincia oggi con Paolo Gentiloni che vede a Lione per il vertice bilaterale) unEuropa con più sovranità, più unita e più democratica. «L'Europa che conosciamo è troppo debole, lenta e inefficace, ma soltanto l'Europa può darci la capacità di agire nel mondo di fronte alle grandi sfide contemporanee».
IL POPOLO
La ricostruzione parte dall'Eurozona per il presidente francese: «non voglio una zona euro che si vergogni». Quindi: bilancio comune, un ministro delle finanze, un vero controllo democratico, convergenze «forti» fiscali e sociali. Propone l'introduzione di un «salario minimo europeo», conferma la lotta contro i lavoratori distaccati.
Macron propone «ai paesi che lo vorranno» di aprire un vasto dibattitto, le «convenzioni democratiche», perché «l'Europa si deve rifondare con e per il popolo».
E pazienza se non tutti avanzeranno insieme. «L'Europa è già a più velocità! ha detto Nessuno stato può essere escluso, ma nessuno stato può bloccare chi vuole andare più veloce o più lontano». Insomma, il presidente francese invita «un'avanguardia», il «cuore dell'Europa» a farsi coraggio e ad andare avanti. Il primo pensiero va naturalmente alla Germania. Saluta Angela Merkel e le sue «convinzioni europee». Parla a lungo di transizione ecologica cosa che deve essere stata gradita ai Verdi, probabili futuri alleati della cancelliera nella nuova coalizione e sottolinea che mutualizzare i debiti non significa mutualizzare «i debiti passati» - cosa che dovrebbe rassicurare i Liberali.
Propone di cominciare la rifondazione dell'Europa rifondando le relazioni franco tedesche e riscrivendo un nuovo Trattato dell'Eliseo il prossimo 22 gennaio, quando il patto firmato da De Gaulle e Adenauer compirà 55 anni. Francia e Germania devono «essere i pionieri» di questa rinascita, ma anche l'Italia deve essere parte del gruppo di testa e Macron ha anticipato che oggi a Lione con Gentiloni arriveranno i primi «impegni comuni».
La Francia ha parlato, adesso tocca agli altri.
Il Messaggero