Francia, lite sui tagli con Macron: si dimette il capo dell'esercito francese

Francia, lite sui tagli con Macron: si dimette il capo dell'esercito francese
Il capo di stato maggiore dell'esercito francese, il generale Pierre De Villiers, si è dimesso dopo un battibecco pubblico con il presidente Emmanuel Macron sui tagli...

OFFERTA SPECIALE

2 ANNI
159,98€
40€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA MIGLIORE
ANNUALE
79,99€
19€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
 
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA

OFFERTA SPECIALE

OFFERTA SPECIALE
MENSILE
6,99€
1€ AL MESE
Per 6 mesi
SCEGLI ORA
ANNUALE
79,99€
11,99€
Per 1 anno
SCEGLI ORA
2 ANNI
159,98€
29€
Per 2 anni
SCEGLI ORA
OFFERTA SPECIALE

Tutto il sito - Mese

6,99€ 1 € al mese x 12 mesi

Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese

oppure
1€ al mese per 6 mesi

Tutto il sito - Anno

79,99€ 9,99 € per 1 anno

Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Il capo di stato maggiore dell'esercito francese, il generale Pierre De Villiers, si è dimesso dopo un battibecco pubblico con il presidente Emmanuel Macron sui tagli al bilancio della Difesa. 'Nelle attuali circostanze non mi ritengo in grado di garantire il modello di esercito necessario per la protezione della Francia e del popolo francese, oggi e domani e per supportare le ambizioni del nostro Paese Francià, ha spiegato il generale nella dichiarazione scritta in cui annuncia le dimissioni, già accettate da Macron. L'uscita di scena di de Villiers è legata alle economie per oltre 850 milioni decise per quest'anno dall'Eliseo a carico del bilancio della Difesa, nell'ambito del taglio di complessivi 60 miliardi di spesa pubblica nei prossimi 5 anni, promesso dal presidente. De Villiers aveva espresso le sue critiche pubblicamente nei giorni scorsi, provocando la reazione di Macron, che venerdì scorso ha detto che 'non è dignitoso lavare i panni sporchi in pubblicò. Macron si è impegnato durante la campagna elettorale a rispettare il vincolo Ue del deficit/Pil del 3%, ma questo implica tagli alla spesa pubblica per 4,5 miliardi quest'anno.
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero