Il candidato M5S Antonio Tasso non si ritira e contesta l'espulsione che è stata solamente proposta da Luigi Di Maio. «Analizzata la situazione con i miei legali,...
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«Mi auguro - aggiunge nel post - che il collegio dei probiviri, organo di garanzia del Movimento, con oggettività ed autonomia, valuti serenamente il mio caso senza cedere alla pressione mediatica dei nostri avversari». La prova della irrilevanza della condanna poi prescritta è, secondo Tasso, «nel fatto che non è stato mai iscritto nulla nel Casellario Giudiziale. Ugualmente pulito è il Certificato dei carichi pendenti, il che significa che non vi sono procedimenti ancora in corso a mio carico, né tantomeno denunce o querele di nessun tipo (vedasi certificato ex art. 335 depositato). Pertanto non mi si può assolutamente definire 'condannatò ed incompatibile con la candidatura». «Né - aggiunge - mi si può accusare di aver mentito o omesso notizie relativa ad una situazione processuale, ripeto, "estinta", quindi inesistente». «Ritengo, pertanto - conclude - che una questione penale, risalente a 18 anni fa e definita da 10 anni senza conseguenze a mio carico non possa ledere l'immagine mia e del Movimento».
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Il Messaggero