M5S, Pizzarotti: il codice per gli indagati conferma: molti yesman nel movimento

M5S, Pizzarotti: il codice per gli indagati conferma: molti yesman nel movimento
«Oggi, a distanza di ben sei mesi, è arrivata la conferma di quanto ho sempre fatto notare. Chi tace, piega la testa e non sa formulare un benché minimo...

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«Oggi, a distanza di ben sei mesi, è arrivata la conferma di quanto ho sempre fatto notare. Chi tace, piega la testa e non sa formulare un benché minimo pensiero critico è solo uno yesman. E oggi continuo a vedere molti yesman, ma pochi politici con una loro coerenza e una loro autonomia». Il sindaco di Parma Federico Pizzarotti ha commentato così, con una nota, il codice di comportamento per gli indagati del Movimento 5 Stelle: un regolamento che mancava al momento della sua sospensione.


«Quando il Movimento 5 Stelle mi aveva sospeso illegittimamente - ha scritto il sindaco di Parma ricordando la vicenda che lo ha riguardato - mancava un regolamento sulle sospensioni e uno sul codice di comportamento. Nelle controdeduzioni che mi erano state chieste lo feci notare: impossibile e illegittimo sospendermi se mancano i regolamenti per farlo. Da parte dei vertici silenzio assoluto, lo stesso da parte del direttorio, ora rottamato senza neppure una spiegazione».

La questione principale, secondo Pizzarotti rimane quello che ha più volte ripetuto nelle sue critiche alla gestione del Movimento: «Chi fa notare le incongruenze e i gravi errori di una forza politica non è un traditore, né un infiltrato, ma una persona che con onestà intellettuale dice le cose esattamente come stanno, proponendo giuste soluzioni e senza aver paura delle conseguenze di tenere la testa alta». 

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Il Messaggero