Il patto per blindare i parlamentari uscenti del M5S sta reggendo. I 14 candidati eliminati sono tutti illustri sconosciuti, non ci sono vip. Ed è delusione nella base...
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
OFFERTA SPECIALE
Tutto il sito - Mese
6,99€ 1 € al mese x 12 mesi
Poi solo 4,99€ invece di 6,99€/mese
oppure
1€ al mese per 6 mesi
Tutto il sito - Anno
79,99€ 9,99 € per 1 anno
Poi solo 49,99€ invece di 79,99€/anno
Ma troppe cose non tornano nelle parlamentarie del M5S. Il criterio della residenza non è stato rispettato seppure introdotto con una precisa modifica al regolamento il 13 gennaio scorso: «Le liste dei candidati provvisorie nei Collegi metropolitani sono formate secondo il requisito della residenza all’interno del collegio plurinominale».
La residenza è regola aurea per il M5S che considera prioritario il legame con il territorio: «Non ti candidi a Bolzano se sei di Napoli». E Luigi Di Maio tra i mille impegni di questi giorni sta cercando di correggere il tiro dei vari errori emersi nelle ultime ore e a Cavriago oggi ha detto: «Una cosa fondamentale è che nelle nostre liste si candidano persone residenti dove si presentano. Non avremo casi come la Boschi a Bolzano o Padoan che lo mandano a Siena e chissà quanti altri paracadutati in giro per l'Italia». Di Maio ha ribadito che la presentazione delle liste sarà lunedì a Roma. «Ci saranno tante sorprese - ha detto - e tante persone che vengono dal mondo dei professionisti dell'università e della ricerca e saranno l'altra sorpresa di questa campagna elettorale».
Regole ad personam? Perché in Liguria chi non è di Genova si ritrova candidato a Genova? (In Liguria c'erano ben tre deputati uscenti di Savona). Perché Elio Lannutti residente in Umbria si ritrova paracadutato nel Lazio? Nel regolamento modificato il 13 gennaio può al massimo candidarsi nel collegio uninominale e non nel plurinominale poiché solo i candidati negli uninominali possono derogare alla residenza che comunque è il primo criterio riconosciuto oltre a quello «del domicilio personale o professionale e/o del centro principale degli interessi vitali». Perché Paola Carinelli non è nel suo collegio di residenza insieme a Manlio Di Stefano? Di Stefano ha ammesso l'errore: «So che ci sono stati problemi con le residenze», riferendosi a una candidata scomparsa dalla lista del suo collegio. É la magia dei collegi metropolitani, una tipologia di collegio inventata appositamente su Rousseau (non esiste nella legge elettorale del Rosatellum) solo per far votare online i candidati su Roma, Genova e Milano e poterli così eventualmente spacchettare a proprio piacimento in posizioni sicure. E infatti quel collegio metropolitano sarebbe risultato utilissimo in zone come l'Abruzzo dove tre parlamentari uscenti sono andati allo scontro diretto e sono finiti in posizioni pessime ai fini della rielezione.
Ecco, perché il collegio metropolitano non è stato applicato a L'Aquila? Perché non Bari e Torino, allora? Mistero. Perché Fabiana Dadone è stata piazzata nel collegio di Torino e non nell'area Cuneo-Alessandria? É stata lei stessa a raccontare l'errore: «Io risultavo capolista nel torinese, ora lo sono a Cuneo, come è giusto sia». Ma intanto lo scambio di collegio ha falsato i risultati provocando spostamenti a catena e a rimetterci sono stati gli attivisti sconosciuti, mai i parlamentari uscenti. «Se sono stati fatti errori nelle parlamentarie, recupereremo», aveva assicurato Beppe Grillo venerdì scorso, al Viminale per depositare il nuovo simbolo dei 5 Stelle.
Gli avvocati del M5S sono già al lavoro per parare il colpo delle diffide extragiudiziali che stanno partendo. Il comitato #Annullatetutto, circa 500 persone, chiede che vengano pubblicati i motivi delle esclusioni. Nel regolamento c'erano regole molto precise che ora sono annacquate e ricondotte all'unico comma davvero importante per chi ha scritto quelle regole. Il candidato infatti accetta il «parere vincolante espresso dal capo politico e dal garante» che hanno l'ultima voce in capitolo su tutto. Ma allora perché cliccare su Rousseau? A distanza di una settimana non sono stati ancora pubblicati i risultati numerici delle parlamentarie. Indiscrezioni sempre più insistenti dicono che saranno pubblicate solo le percentuali e non i valori assoluti in modo che nessuno potrà risalire alla quota esatta di preferenze presa e quindi ricostruire la genesi della posizione in lista che doveva tassativamente combinare residenza e voti presi. Il comitato chiede l’accesso a questi dati e agli atti dell’Associazione politica M5s. Inoltre si chiede di annullare le parlamentarie per «violazione di norme interne e del codice civile».
Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero