Arriva l'annuncio ufficiale direttamente dal capo politico del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio: Italia 5 stelle si terrà il 20 e 21 ottobre al Circo Massimo, a Roma....
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Di Maio ha annunciato la kermesse postando una foto con Beppe Grillo e Davide Casaleggio che da ieri sono giunti a Roma per fare il punto con il vicepremier. L'obiettivo comune della riunione è poter cominciare a mettere una crocetta nelle caselle, erano venti, del programma elettorale. Il Movimento dà per buone e portate a casa l'eliminazione dei vitalizi, la legge Spazza Corrotti approvata in Consiglio dei ministri, «l'inserimento del Reddito di Cittadinanza nella legge di Bilancio» e a breve, annuncia Di Maio «in Parlamento si discuterà la nostra proposta di legge sull'acqua pubblica, che è il primo punto del contratto di governo». Un segnale a chi dentro soffre l'alleanza con la Lega.
«Stiamo mettendo in riga i prenditori rivedendo le concessioni statali, abbiamo dato una botta al precariato con il Decreto Dignità, approveremo la norma che elimina una volta per tutte le pensioni d'oro e contemporaneamente siamo pronti al superamento della Legge Fornero», elenca il capo politico M5S.
«La prima Italia 5 Stelle, pensata e fortemente voluta da Gianroberto, la organizzammo proprio al Circo Massimo nel 2014 - racconta Di Maio - Allora il nostro sogno era andare al governo per eliminare i vitalizi, per eliminare la corruzione, per dare il Reddito di Cittadinanza e non lasciare indietro nessuno, per restituire l'acqua pubblica ai cittadini.
Il post si conclude lanciando una battaglia contro i media, Pd e Forza Italia: «Sono passati appena 4 anni eppure guardate dove siamo. Da marzo a oggi abbiamo iniziato a cambiare l'Italia e siamo in una prospettiva completamente diversa rispetto alla prima edizione di Italia 5 Stelle. Pd e Forza Italia che sembrava dovessero comandare per chissà quanto tempo oggi sono ridotti ai minimi termini e non sono in grado neppure di fare un'opposizione e si limitano a spargere falsità sul governo, usando i giornali e le tv da loro controllati. Ecco, l'odio dei media nei nostri confronti è l'elemento di continuità dal 2014 a oggi. Ma anche per loro sta arrivando il momento di dire addio ai finanziamenti pubblici indiretti e alle inserzioni milionarie delle aziende partecipate dello Stato che dettano loro la linea editoriale». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero