Civiltà Cattolica, sbagliato non impostare un dialogo con M5s

Civiltà Cattolica, sbagliato non impostare un dialogo con M5s
CITTA' DEL VATICANO - Con il Movimento 5 Stelle si deve dialogare. Continuano i segnali di apertura da parte della Chiesa verso i grillini. Dopo l'intervista di Avvenire...

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CITTA' DEL VATICANO - Con il Movimento 5 Stelle si deve dialogare. Continuano i segnali di apertura da parte della Chiesa verso i grillini. Dopo l'intervista di Avvenire natta nei mesi scorsi a Grillo, seguita all'invito del vescovo di Assisi - sempre a Grillo - a meditare nel nuovo santuario della Spogliazione, stavolta è la Civiltà Cattolica, la rivista dei gesuiti che riflette le posizioni della Santa Sede, a lasciare intendere il bisogno di uno spiraglio. L'articolo è firmato dal politologo, padre Francesco Occhetta che pur non facendo sconti alle intemperanze o alle bugie dei grillini, traccia una evidente linea di demarcazione tra i nuovi populismi definiti "parassiti" con il movimento nato da una ampia e trasversale protesta popolare antisistema capeggiata dal comico genovese. «E' un errore, come per esempio nel caso del  M5S, non entrarci in comunicazione o considerarlo una forza  antisistema». Occhetta puntualizza però che «nello stesso tempo occorre ribattere nel merito 

dei problemi, per non lasciare che il fenomeno cresca soltanto sul terreno della protesta e dell’opposizione». L'articolo che ha avuto l’imprimatur della 
Segreteria di Stato vaticana prosegue analizzando il panorama politico europeo. 

«I populismi, in particolare i neo-populismi europei, rimangono  dentro la cornice delle democrazie svuotandole di significato,  con la stessa funzione dei parassiti in un organismo».

Il dialogo come percorso comune, come esercizio necessario. «La  democrazia o è inclusiva oppure non è; se non considera tutti  uguali e liberi, nega se stessa. La storia del dopoguerra ci  insegna che forze populiste e antisistema si sono gradualmente  democratizzate attraverso un confronto dialettico maturo con le  altre forze politiche. Invece, la sinistra e la destra rischiano  di abdicare alla loro  radicata cultura costituzionale per imitare e sfidare i populisti  sul loro stesso terreno. La tentazione che attraversa tutte le 
classi dirigenti è quella di generare leader che, senza porre in  questione la democrazia, negano il suo significato attraverso la  rappresentazione sacrale della loro persona e la pretesa di  essere gli unici veri rappresentanti del popolo». 


Infine una spiegazione all'aumento del fenomeno dei populismi. Fintanto che «la corruzione nella classe politica e i partiti sono  deboli, divisi al loro interno e incapaci di dare una nuova  speranza alla società, i populismi continueranno a crescere».  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero