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ROMA Archiviate le amministrative, aggravate dai casi Raggi e Appendino, M5S torna con il pensiero dritto al governo nazionale. Davide Casaleggio, sempre più alla guida del Movimento di cui sta seguendo tutti i passaggi politici più delicati, sta accelerando sulle votazioni del programma elettorale, consapevole che la finestra sulla trattativa relativa alla legge elettorale potrebbe riaprirsi presto.
LA LEADERSHIP
I ballottaggi e i risultati deludenti del primo turno (ci sono realtà dove il M5S ha ottenuto percentuali a una sola cifra) non mettono in alcun modo in discussione la lunga traversata di Luigi Di Maio verso la leadership nazionale o la carrellata di incontri ad alti livelli che stanno riempiendo la sua agenda. Il tema economico ha la priorità assoluta e Di Maio sta già sondando possibili ministri. Requisiti? Devono essere personalità riconosciute a livello internazionale.
Quel sito si presenta ad oggi identico a quel giorno di febbraio, senza aggiornamenti significativi. Ora dopo queste elezioni si dovranno ricomporre gli equilibri lacerati dall'accantonamento dello ius soli e dal dialogo sulla legge elettorale. Gli ortodossi dopo un silenzio quasi obbligato, stanno rialzando la testa e pretendono un cambio di strategia: ritorno ai principi originari del M5S senza alcun tipo di compromesso salottiero, soluzioni annacquate o deroghe giudiziarie. Per maggiori informazioni: leggere il senatore Nicola Morra sempre più vicino a Beppe Grillo (che ieri non è andato a votare a Genova) che vorrebbe azzerare tutto e ripartire dalla piazza di san Giovanni piena del 2013. Un tentativo di sanare queste tensioni sarà Italia CinqueStelle che quest'anno potrebbe tornare, non a caso, a Bologna. Sarebbe un ritorno alle origini. Lì è cominciato tutto: l'8 settembre 2007, dieci anni fa, Beppe Grillo saliva sul palco del Vaffaday e lanciava la raccolta firme per i criteri di candidabilità ed eleggibilità dei parlamentari, i casi di revoca e decadenza e la modifica della legge elettorale. Tutti aspetti, notano gli ortodossi più critici, che non sono stati considerati nella recente trattativa nella commissione Affari Costituzionali. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero