M5S al contrattacco: «Salvini si autoesclude, ci incontri in streaming»

M5S al contrattacco: «Salvini si autoesclude, ci incontri in streaming»
dal nostro inviato IVREA Come da protocollo, perché è un'apertura molto protocollare quella al Pd, ora il M5s rispolvera tutte le possibili convergenze, note da...

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dal nostro inviato
IVREA Come da protocollo, perché è un'apertura molto protocollare quella al Pd, ora il M5s rispolvera tutte le possibili convergenze, note da tempo, con i dem. La moral suasion di Beppe Grillo, che tentò di iscriversi al Pd anni fa, era arrivata con un disegno in spiaggia ma non ha sortito effetti. Il Pd sente che è tempo di stare all'opposizione. Ma le consultazioni servono proprio a capire se esistono possibilità diverse.


PORTE APERTE
La necessità di tenersi le porte aperte in tutte le direzioni è apparsa chiara a Luigi Di Maio dopo il colloquio con Sergio Mattarella. E puntuali gli ortodossi ieri hanno timidamente rialzato la testa. La ex deputata della Vigilanza Rai Dalila Nesci ha ricordato che oggi a Ivrea ci sarà l'evento dell'associazione Gianroberto Casaleggio: più di 100 giornalisti accreditati e 21 relatori. Nel citare i relatori presenti ha nominato solo quelli di area, ovvero Nino Di Matteo e Massimo Bray. Non ci sarà invece Beppe Grillo impegnato a Zurigo col suo show. L'apertura formale al Pd dunque c'è.

Quelli del centrodestra nel frattempo hanno annunciato di voler andare insieme al prossimo giro di consultazioni. L'idea della delegazione unitaria è di Giorgia Meloni ed è stata adottata da Salvini che in questo modo risponde al Di Maio che ammicca al Pd. E però se da un lato c'è questa disponibilità che è sentita come dovuta al Pd, dall'altra c'è in agenda l'incontro con Matteo Salvini che sarà la prossima settimana. «Sarà un incontro istituzionale», ribadiscono dal M5S che vuole dare una valenza altamente pubblica alla cosa. Ecco perché torna l'ipotesi di un faccia a faccia trasmesso in diretta streaming (che la notte del 4 marzo era stato escluso nel modo più assoluto). «Il senso è che Salvini deve decidere se vuole cambiare il paese oppure riportarlo indietro e con la mossa di oggi (la delegazione unitaria, ndr) si autoesclude», spiegano dal Movimento che non contempla neanche più l'ipotesi del confronto con Berlusconi: «Il Cav va affrontato nel suo terreno, quello delle telecomunicazioni, non più nell'arena politica: è il passato», spiegano i più alti in grado. Segnale che l'intesa con la Lega era avanti cinque passi in più rispetto a quella col Pd.

L'AFFONDO DI TONINELLI

E per capirlo basta leggere le parole durissime di Danilo Toninelli che non ha usato lo stesso tono docile di Luigi Di Maio al termine delle consultazioni. Il capo politico M5S aveva scelto uno degli avverbi più volatili in politica: quel «sinceramente» con cui apriva al Pd. Toninelli, di prima mattina, ieri, ha fustigato i dem dicendo che erano artefici «del fallimento delle politiche degli ultimi cinque anni». Non proprio un'accoglienza calorosa. Poi, nel pomeriggio, obbligato dalle rimostranze dei dem, ha corretto il tiro: «Il Pd non strumentalizzi le mie parole. Abbiamo idee differenti ed è evidente che la nostra visione critica sull'operato del governo del Pd in questi anni resta», ma «per il bene del Paese il M5s chiede sinceramente al Pd di metterci intorno ad un tavolo».

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Il Messaggero