Londra sotto attacco, quali errori ha fatto l'intelligence

Londra sotto attacco, quali errori ha fatto l'intelligence
I dieci minuti in cui nessuno si muove Dieciminuti consentono ad un veicolo che sfreccia a 100 all’ora di percorrere...

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I dieci minuti in cui nessuno si muove

Dieciminuti consentono ad un veicolo che sfreccia a 100 all’ora di percorrere quasi 17 chilometri. Khalid Masood salta sul marciapiedi del Westminster Bridge, investe i passanti, prosegue come una palla da bowling sulla pista, si schianta contro la recinzione, abbandona il Suv, scende, corre lungo il perimetro del Parlamento brandendo un coltello, entra dal varco d’accesso dei politici, raggiunge e colpisce la guardia che gli si para dinnanzi, finisce sotto i colpi dell’agente che lo uccide. Cosa si sarebbe dovuto fare prima della dannata ora X? 

Nessuna telecamera per catturare i dettagli
Le telecamere ad alta definizione vantano zoom in grado di ingrandire anche il minimo dettaglio. All’operatore solo l’onere (forse nemmeno quello) di scegliere il target da seguire. Le tecniche di “motion tracking” avrebbero potuto “avvolgere” la silhouette del criminale e guidare le riprese, permettendo anche di conoscere l’eventuale disponibilità di armi. Con uno smartphone, il personale di sicurezza avrebbe potuto inoltrare i fotogrammi video così da permettere la fulminea individuazione della persona da fermare e catturare.

Ignorate le immagini dei video di sorveglianza
L’area è sottoposta ad una intensa videosorveglianza, con fasce di sovrapposizione per non avere angoli ciechi e assicurare la comparazione di differenti prospettive del medesimo punto di interesse: una copertura a giro d’orizzonte. Chi sedeva dinanzi ai monitor della centrale operativa in cui convergono le immagini video doveva entrare in azione appena visto il fuoristrada salire sul marciapiedi. Da quel momento doveva scattare l’allarme. 

I poliziotti senza armi sono ormai anacronistici
Non sono tradizionalmente armati i “Bobbies”, i poliziotti di Londra - salvo richiesta volontaria -, e infuria la polemica. Con un’arma l’agente Keith Palmer avrebbe potuto salvarsi, avrebbe potuto fermare l’attentatore di Londra. Tanto più che ad uccidere l’assalitore è stata una delle guardie del corpo (armata) del ministro della Difesa. Invece ogni volta che un poliziotto apre il fuoco e ferisce o uccide qualcuno viene indagato da un commissione indipendente. Quanto è attuale il poliziotto disarmato in tempi di allerta terrorismo e in una Capitale? Dopo Parigi, Nizza, Bruxelles e Berlino ilmondo è cambiato.

Trascurate le tecniche di riconoscimento-volti
Le soluzioni di “face recognition” permettono di acquisire gli elementi antropometrici e i dettagli fisiognomici. I particolari del viso, anche quando questo è parzialmente coperto da una calzamaglia o da un passamontagna, emergono grazie a particolari algoritmi, in grado di ripulire il volto da “trucchi”. L’elaborazione porta ad abbinare il soggetto a persona eventualmente presente negli archivi elettronici di sospetti o ricercati. L’abbinamento in un primo momento può essere non univoco, ma restringe il range dei soggetti da prendere in considerazione e consente di valutarne il grado di pericolosità.

Dimenticati i messaggi del sito “4chan”

L’attenzione dell’intelligence è sempre più concentrato sui “social” e sull’universo telematico sotterraneo del “deep web” e della “dark net”. Facebook, Twitter e Instagram vengono seguiti con particolare attenzione, ma chi vuole delinquere non segue le mode. L’erronea focalizzazione dell’orizzonte porta a non dare il giusto peso ad altri canali di comunicazione, come ad esempio quel “4chan.org” su cui sono circolate informazioni preziosissime ai fini preventivi, come il riferimento al monumento e le coordinate geografiche dell’obiettivo. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero