Se avesse saputo con chi aveva a che fare ci avrebbe pensato cento volte prima di fare quello scherzo che gli è costato la vita. Tom Hulme, un 23enne di Leeds che lavorava...
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La tragedia è avvenuta il 26 agosto scorso. Tom era andato a bere nel centro di Londra con alcuni colleghi, uno dei quali conosceva bene Alexander che si era unito a loro per andare a una festa. Una volta in auto, mentre tutti scherzavano, Tom, che era seduto davanti, ha sentito sulla schiena la pressione dei piedi di Alexander appoggiati sul retro del suo sedile: a quel punto, sempre per scherzo, gli ha sfilato una scarpa e l'ha gettata in mezzo alla strada sfidandolo ad andare a riprenderla. La reazione, però, non è stata né scherzosa né amichevole: Alexander, i cui freni inibitori erano stati completamente annullati dall'alcol, gli ha sferrato un pugno alla nuca attraverso il poggiatesta. Sulle prime non è sembrato a nessuno un colpo particolarmente violento, tanto che Tom è poi sceso dall'auto continuando a discutere con Alexander: poco dopo, però, il ragazzo è crollato in terra ed è stato ricoverato in ospedale, dove il giorno dopo è morto per un'emorragia subaracnoidea.
Ora l'uomo, che ha subito ammesso le proprie responsabilità, è stato condannato a tre anni: distrutto, con gli occhi serrati, ha ascoltato in aula la ricostruzione dei fatti, la sentenza e le parole del giudice: «La vita di un giovane intelligente e di talento è stata spazzata via dopo che ti sei scagliato contro di lui in un momento di ubriachezza: ora dovrai convivere per sempre con questa responsabilità». Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero