Una banale lite per un'ordinazione si è trasformata in una tragedia in un ristorante indiano di Mintlaw, in Scozia, dove il direttore del locale ha ucciso il suo chef...
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Secondo la ricostruzione degli investigatori, Shahzad Ali Shah, 56enne chef del ristorante take-away Mirchi Indian Cuisine, si accingeva a cucinare una porzione di pollo tandoori quando ha iniziato a chiedersi se i clienti volessero il piatto con o senza l'osso. L'unico modo per saperlo, secondo lui, era chiamarli per sciogliere ogni dubbio. La questione, tuttavia, aveva irritato Hidayet e i due avevano iniziato a discutere. «Che ti importa?» ha urlato il manager, mentre lo chef continuava a ribadire l'importanza di quel particolare. Il direttore, a quel punto, ha perso la testa e ha iniziato a picchiare sulla testa Shahzad, colpendolo prima con dei pugni e poi con una pentola. Dopo quella scarica violenta, l'uomo si è accasciato e ha perso i sensi. Il manager ha provato a rianimarlo, ma quando i medici sono arrivati lo chef era morto: secondo l'autopsia, Shahzad soffriva di una patologia cardiaca non diagnosticata.
La vittima lavorava in quel ristorante da due anni. Aveva lasciato la moglie Syeda Naila, 42 anni, e Ali e Shehr, i due figli gemelli di 10 anni, e si era trasferito in Scozia per sostentare la famiglia a distanza. Il suo sogno era riuscire a ricongiungersi tutti in Gran Bretagna: secondo alcuni amici era già alle prese con le pratiche per i visti. «Io e i miei figli siamo distrutti - ha detto Syeda - non c'è più nessuno che si occupi di noi. Tutto quello che abbiamo sempre avuto lo dobbiamo a lui che era un grande lavoratore. Siamo sconvolti dalla sua morte e piangiamo tutti i giorni. Io sono sotto choc e ancora oggi spero di vederlo rientrare a casa».
Durante l'udienza, l'avvocato David Taylor ha detto che i due uomini avevano lavorato insieme in diversi take-away e avevano diversi progetti: «Erano grandi amici, ma ultimamente c'era tensione tra loro. Shahzad aveva una patologia cardiaca e l'attacco prolungato gli ha procurato un aumento dei battiti e della pressione sanguigna che ha portato a un'aritmia e a un collasso». Hidayet si è dichiarato colpevole davanti all'Alta corte di Edimburgo e ha detto di avere enormi rimorsi per quello che è accaduto: adesso non gli resta che attendere la decisione dei giudici. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero