Gb, litigano per un pollo tandoori: manager picchia lo chef con la pentola e lo uccide

Gb, litigano per un pollo tandoori: manager picchia lo chef con la pentola e lo uccide
Una banale lite per un'ordinazione si è trasformata in una tragedia in un ristorante indiano di Mintlaw, in Scozia, dove il direttore del locale ha ucciso il suo chef...

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Una banale lite per un'ordinazione si è trasformata in una tragedia in un ristorante indiano di Mintlaw, in Scozia, dove il direttore del locale ha ucciso il suo chef dopo una disputa sulla preparazione di una porzione di pollo tandoori. La tragedia è avvenuta l'11 aprile, ma i giudici hanno deciso che Hidayet Ozden, 53 anni, rimarrà in carcere in attesa della condanna definitiva.


Secondo la ricostruzione degli investigatori, Shahzad Ali Shah, 56enne chef del ristorante take-away Mirchi Indian Cuisine, si accingeva a cucinare una porzione di pollo tandoori quando ha iniziato a chiedersi se i clienti volessero il piatto con o senza l'osso. L'unico modo per saperlo, secondo lui, era chiamarli per sciogliere ogni dubbio. La questione, tuttavia, aveva irritato Hidayet e i due avevano iniziato a discutere. «Che ti importa?» ha urlato il manager, mentre lo chef continuava a ribadire l'importanza di quel particolare. Il direttore, a quel punto, ha perso la testa e ha iniziato a picchiare sulla testa Shahzad, colpendolo prima con dei pugni e poi con una pentola. Dopo quella scarica violenta, l'uomo si è accasciato e ha perso i sensi. Il manager ha provato a rianimarlo, ma quando i medici sono arrivati lo chef era morto: secondo l'autopsia, Shahzad soffriva di una patologia cardiaca non diagnosticata.

La vittima lavorava in quel ristorante da due anni. Aveva lasciato la moglie Syeda Naila, 42 anni, e Ali e Shehr, i due figli gemelli di 10 anni, e si era trasferito in Scozia per sostentare la famiglia a distanza. Il suo sogno era riuscire a ricongiungersi tutti in Gran Bretagna: secondo alcuni amici era già alle prese con le pratiche per i visti. «Io e i miei figli siamo distrutti - ha detto Syeda - non c'è più nessuno che si occupi di noi. Tutto quello che abbiamo sempre avuto lo dobbiamo a lui che era un grande lavoratore. Siamo sconvolti dalla sua morte e piangiamo tutti i giorni. Io sono sotto choc e ancora oggi spero di vederlo rientrare a casa».


Durante l'udienza, l'avvocato David Taylor ha detto che i due uomini avevano lavorato insieme in diversi take-away e avevano diversi progetti: «Erano grandi amici, ma ultimamente c'era tensione tra loro. Shahzad aveva una patologia cardiaca e l'attacco prolungato gli ha procurato un aumento dei battiti e della pressione sanguigna che ha portato a un'aritmia e a un collasso». Hidayet si è dichiarato colpevole davanti all'Alta corte di Edimburgo e ha detto di avere enormi rimorsi per quello che è accaduto: adesso non gli resta che attendere la decisione dei giudici.  Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero