GRUMO NEVANO - L’amore malato ai tempi dei social finisce a pistolettate. La disputa tra “bravi” di manzoniana memoria si è consumata la sera dell’8...
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L’uomo, intorno al quale i carabinieri della caserma di Grumo Nevano diretta dal maresciallo Antonino Bruno avevano fatto terra bruciata, si è presentato in caserma consegnandosi alle forze dell’ordine. Ora è in carcere con l’accusa di tentato omicidio e porto e detenzione illegale di arma da sparo.
Il rivale, Vito Lamanna, 30 anni, rivale ma solo per questione di principio e non sentimentale, già agli arresti domiciliari nella sua abitazione di Casandrino, è stato denunciato per evasione, perché dopo essere sfuggito a una gragnuola di colpi nel cortile di Gervasio si era reso irreperibile.
L’incredibile vicenda, maturata in un ambiente di estremo degrado, vede come protagonisti Gervasio, che da qualche tempo aveva preso a corteggiare, importunare e pressare sulla pagina di facebook la fidanzata di un amico di Lamanna. Questi, visto lo status criminale, era stato chiamato in causa proprio far cessare quelle molestie. E tra i due “bravi” inizia una serie di telefonate, con toni sempre più accesi, fino a culminare nello scontro avvenuto la sera dell’8 agosto.
Gervasio si reca nel cortile di Lamanna, a Casandrino, e spara alcuni colpi contro l’abitazione della vittima. Questi, nonostante fosse ai domiciliari, per non “tenersi” l’affronto calibro 7,65, chiede a un amico di accompagnarlo presso l’abitazione del rivale a Grumo Nevano. Qui Lamanna si fionda in casa di Gervasio, per uscirne quasi subito di corsa, perché il “pistolero” si era armato di nuovo, esplodendo contro Lamanna un’altra gragnuola di colpi. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero