Lidl, sul poster spariscono le croci sulla chiesa: scoppia la polemica, sindaco minaccia azione legale

Lidl, sul poster spariscono le croci sulla chiesa: scoppia la polemica, sindaco minaccia azione legale
Nuova polemica per Lidl. La catena di supermercati finisce nella bufera dopo la decisione di togliere le croci dalla foto di una chiesa utilizzata per un poster. Le immagini...

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Nuova polemica per Lidl. La catena di supermercati finisce nella bufera dopo la decisione di togliere le croci dalla foto di una chiesa utilizzata per un poster. Le immagini mostrano il campanile e la facciata di Sant'Antonio Abate, a Dolce Acqua, in provincia di Imperia, senza il simbolo religioso. La decisione è stata presa «per non urtare la sensibilità dei clienti delle altre fedi», ma ha già scatenato molte polemiche.




Tra i più accaniti contro la scelta Fulvio Gazzola, il sindaco di Dolceacqua, che ha scritto ai vertici aziendali annunciando che si rivolgerà a un legale se non sarà ripristinata l'immagine originale. «Mostrate foto di Dolceacqua che rispecchino la realtà - ha detto il primo cittadino - se non volete le croci mettete il Castello Doria. Sono liberi di fare come vogliono, ma non rovinino le foto, basta cambiare il soggetto».



Non è la prima volta che Lidl compie un'operazione di questo genere: alcuni clienti avevano protestato dopo la cancellazione di alcune croci dalle cupole della chiesa ortodossa di Sant'Anastasio, simbolo di Santorini. Quelle foto vengono usate per pubblicizzare in tutta Europa una linea di cibo greco da più di dieci anni, e anche in quel caso Lidl aveva minimizzato. 

L'azienda questa volta però ha deciso di difendersi: «L'immagine di Dolceacqua è stata acquistata da un database fotografico, stampata e affissa nel punto vendita. Non ci siamo accorti che non presentava le croci. Nessuna strategia di marketing, ma una semplice svista di cui ci scusiamo sia con i nostri clienti che con gli abitanti di Dolceacqua. Come già comunicato al sindaco, l'immagine verrà rimossa e sostituita immediatamente», commenta così la polemica l'ufficio stampa di Lidl. 
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Il Messaggero