L'Italia è in prima linea per il comando di una missione in Libia e gli Stati Uniti appoggiano Roma «con forza». Ad assicurarlo è stato il segretario...
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«Ai libici - ha ammesso Carter - non piace l'idea di un intervento esterno straniero, così come non piace che qualcuno entri nel Paese per prendersi il loro petrolio». Ma «siamo certi», ha proseguito, «che quando il governo sarà nato, e speriamo accada presto, chiederà un aiuto internazionale». A Tobruk tuttavia, dove è attesa già da qualche settimana la fiducia all'esecutivo proposto da Fayez Sarraj, il voto continua a essere rinviato. Una riunione dell'Assemblea prevista per oggi si è risolta nell'ennesimo nulla di fatto. «Preoccupa lo stallo in Libia», ha scritto oggi il premier Matteo Renzi nella sua E-news, mentre il ministro della Difesa, Roberta Pinotti, ha sottolineato i timori italiani per i fenomeni di terrorismo nel Paese incontrando a Gerusalemme il suo omologo Moshe Yaalon. Nelle stesse ore, il sito israeliano di intelligence Debka pubblicava indiscrezioni sull'avvio di manovre militari congiunte tra Francia ed Egitto davanti alle coste libiche. Esercitazioni che includerebbero la portaerei "Charles De Gaulle", che ha lasciato lo scorso 22 febbraio il Golfo e si appresterebbe a fare il suo ingresso nel Mediterraneo, «alla fine di questa settimana», secondo alcuni siti arabi.
Debka però non si limita a questo: lo schieramento della De Gaulle, scrive il sito considerato vicino ad ambienti militari, sarebbe stato deciso da Parigi «dopo che il presidente Francois Hollande e quello egiziano Abdel Fattah Sisi avrebbero portato avanti i piani per un assalto congiunto con l'Italia per colpire le posizioni dell'Isis in Libia». «Le tre potenze - aggiunge il sito, ma su questo punto non c'è alcuna conferma nè da parte italiana nè da parte degli altri due paesi - avrebbero raggiunto un accordo per lanciare l'offensiva a fine aprile o a maggio». Il piano, prosegue Debka, sarebbe stato rallentato dalle «esitazioni» di Washington sul ruolo che gli Usa avrebbero dovuto svolgere, e avrebbe costretto «Parigi, Il Cairo, Roma e Londra a ritardare il lavoro per stilare una lista degli obiettivi Isis da colpire e valutare nel complesso le forze da mettere in campo».
Fonti di governo italiane non commentano tutte queste indiscrezioni limitandosi a dire, appunto, che non confermano tali ricostruzioni.
Il Messaggero