Città del Vaticano - Le parrocchie si aprano alle persone Lgbt e la Chiesa smetta di raccomandare loro di astenersi dal sesso per intraprendere una vita casta....
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In un mondo «diviso da opposti approcci pastorali ai cattolici Lgbt», osserva il gesuita, «se sei gay, lesbica, bisessuale o transgender e cerchi di dare un senso alla tua relazione con Dio e la chiesa, se vivi in una grande città con pastori aperti, sei fortunato. Se vivi in un posto meno aperto con atteggiamenti omofobi e pastorali, sei sfortunato». Di qui è necessario cambiare passo e proprio per questo padre Martin ha immaginato una serie di novità per avere parrocchie più accoglienti. Tra le indicazioni evidenziate da padre Martin quella di ascoltarli senza giudicare, «Non ridurli alla chiamata alla castità che tutti condividiamo in quanto cristiani. Le persone Lgbt sono più della loro vita sessuale». E ancora: chiedere loro perdono se «sono stati feriti dagli atteggiamenti omofobici della Chiesa»; «Includerli nei ministeri» come «ministri dell’Eucaristia, della musica, lettori; invitarli a fare parte dello staff parrocchiale».
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Il Messaggero