MILANO Lele Mora, l’ex agente delle stelle della televisione, sta scrivendo un libro sulla sua vita (ben 2.500 pagine) e nel tomo c’è anche l’ex...
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Dunque si aspettava una ricaduta?
«No. Speravo fosse cambiato, che si comportasse bene. Avere un affidamento ai servizi sociali, che peraltro ho anch’io, non è semplice. Ha potuto contare su dei buoni avvocati e su un magistrato che gli ha dato fiducia, ma è malato».
Di cosa?
«Fabrizio ha un grande cervello ma va curato perché è malato di soldi. Deve sempre fare soldi e più ne fa più ne vorrebbe. Un’ossessione, una patologia. Sono profondamente dispiaciuto per lui, e lo dico con il cuore».
L’ha più visto o sentito?
«Non posso, non mi è consentito frequentare persone con precedenti penali. Perciò ho tagliato i ponti anche con la sua famiglia. Ma conservo un buon ricordo».
Racconti.
«Ho conosciuto un Fabrizio Corona meraviglioso nel ‘98. Poi non è stato più lui, quando ci si monta la testa si distrugge tutto ciò che si è creato. Di lui è rimasto solo un pallido ricordo del Fabrizio che ho conosciuto, si è trasformato in un format che per essere sempre all’altezza dell’immagine che si era creato doveva allenarsi in palestra e prendere viagra. La sua testa e la malattia lo hanno distrutto».
Ai tempi d’oro dell’agenzia fotografica era il re dei paparazzi.
«Che periodo quello... Gli ho insegnato tante cose, gli ho messo a disposizione un bell’ufficio e gli ho offerto i lavori su un piatto d’argento. Conoscevo tanti direttori di giornali, erano ogni giorno a pranzo a casa mia. Poi è finito tutto. In prigione lui, in prigione io, da quel momento meglio evitarsi. E io ho abbandonato quel mondo tutto lustrini e paillettes, figurarsi che non guardo più nemmeno la televisione».
Ma Corona non è riuscito a fermarsi.
«Sono molto dispiaciuto, il carcere è un’esperienza terribile. Speravo che potesse tornare a essere il Fabrizio di una volta e invece non ce l’ha fatta. Sta male, molto male, se nessuno lo curerà i soldi continueranno a rovinargli la vita».
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Il Messaggero