Potrebbe essere depositato entro venerdì mattina il verdetto della Cassazione sulla legge Severino. Il consigliere relatore Stefano Petitti è stato sollecitato a scrivere la...
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L'orientamento dei giudici, già emerso prima della camera di consiglio, sarebbe comunque ampiamente maggioritario per attribuire al giudice ordinario, e non al Tar, la competenza ad applicare la legge Severino ai politici condannati. Le Sezioni Unite civili della Cassazione, riunitesi oggi, dovevano appunto stabilire se sia del giudice ordinario o del Tar la competenza a decidere il 'destinò dei politici condannati e incappati nell'esilio forzato dagli incarichi elettivi per effetto della legge Severino.
Se la tempistica sarà rispetta, la decisione degli 'ermellinì potrebbe incidere già sulla tornata elettorale di domenica prossima, in particolare per la Campania - una delle regioni dove si vota insieme a Marche, Puglia, Toscana, Liguria, Veneto e Umbria - dove si tratta di capire se, in caso di vittoria dello sfidante Vincenzo De Luca, sarà effettivamente il candidato del Pd a governare la regione e a prenderne le redini dalle mani del governatore uscente Stefano Caldoro del Pdl che nel marzo 2010 aveva avuto la meglio con più di dieci voti percentuali di scarto. De Luca, infatti, se la Suprema Corte - come tutto fa presumere anche in base alle indicazioni espresse da ben due diversi rappresentanti della Procura della Cassazione - affiderà al tribunale ordinario l'ultima parola sull'applicazione della Severino, potrebbe avere la strada in salita per insediarsi nel nuovo incarico e potrebbe dover 'scontarè diciotto mesi di purgatorio 'severinianò. Tradizionalmente, infatti, i magistrati ordinari sono meno 'laschì di quelli contabili nell'applicare la Severino, anche se le eccezioni si possono sempre verificare.
A sollevare il problema della competenza davanti alle Sezioni Unite civili, presiedute da Antonio Rovelli, il 'numero duè della Cassazione dopo il Primo presidente Giorgio Santacroce, è stato un ricorso del 'Movimento per la difesa del cittadinò difeso dall'avvocato Gianluigi Pellegrino che è stato «molto soddisfatto» per la lancia spezzata, a discapito di Tar e Consiglio di Stato, sia dal Pg Luigi Salvato che aveva depositato una requisitoria scritta un paio di mesi fa, sia dal Pg Umberto Apice presente all'udienza svoltasi stamani nell'Aula Magna a porte chiuse.
Il Messaggero