La legge Mancino, che oggi il ministro Fontana, ha ipotizzato di voler abrogare, è nata nel giugno del 1993 e condanna gesti, azioni e slogan legati all'ideologia...
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La Lega Nord ha proposto nel 2014 un referendum per abrogarla sostenendo che si tratta di una legge «liberticida». E i critici della legge Mancino sostengono fra l'altro che essa sarebbe incostituzionale, in quanto in contrasto con l'art. 21 della Costituzione, che garantisce la libertà di manifestazione del pensiero. La legge prevede la reclusione fino a un anno e sei mesi o con la multa fino a 6.000 euro di chi propaganda idee fondate sulla superiorità o sull'odio razziale o etnico, ovvero istiga a commettere o commette atti di discriminazione per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi; e la reclusione da sei mesi a quattro anni di chi, in qualsiasi modo, incita a commettere o commette violenza o atti di provocazione alla violenza per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi. In virtù della legge è vietata, inoltre, la formazione di ogni organizzazione, associazione, movimento o gruppo che abbia come scopo l'incitamento alla violenza sempre per motivi razziali, etnici, nazionali o religiosi.
La legge Mancino, che modifica una norma del '75, vieta l'accesso ai luoghi dove si svolgono competizioni agonistiche a tutte quelle persone «che vi si recano con questi emblemi o simboli. I trasgressori saranno puniti con la reclusione fino a un anno». Da tempo si discute in merito ad una possibile estensione della Legge Mancino ai reati basati sulla discriminazione in base all'orientamento sessuale e all'identità di genere. Leggi l'articolo completo su
Il Messaggero